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Alberto Mondadori, il figlio di Arnoldo, fondatore della leggendaria casa editrice Il Saggiatore, aveva sulle colline toscane il suo rifugio, dove passava parte delle sue vacanze estive e invitava gli scrittori con cui collaborava…

Leggendo i libri della collana Silerchie, ideata nel 1958 grazie all’intuito di Alberto Mondadori, direttore del Saggiatore, la casa editrice indipendente fondata a Milano nello stesso anno, composta da centoquattro titoli selezionati da Giacomo Debenedetti, curatore della collana, molti si saranno chiesti l’origine di un nome cosi insolito per una collana.

L’origine della parola Silerchie è raccontata nel catalogo della collana del 1959, dove si dice che “Via delle Silerchie è una strada di campagna che si stacca dalla Nazionale Camaiore-Lucca, s’inerpica sulle prime balze delle Alpi Apuane, poi diventa sentiero tra i boschi. Nell’ideare una collana di brevi libri attraenti e spesso illustri come il paesaggio della Versilia, mi è parso di invitare il lettore a una poetica passeggiata, come quella che offre la via delle Silerchie, dove il paesaggio varia e si allarga di continuo”.

Ed è proprio nei pressi di quella via che Arnoldo Mondadori negli anni Venti aveva una grande villa, che venne demolita nel secondo dopoguerra dal figlio Alberto per ospitare artisti e collaboratori in un edificio in stile moderno ispirato alle architetture di Frank Lloyd Wright.

Villa Medusa, come fu chiamato l’edificio, si basò su un progetto di Alberto Mazzoni, e il nome era un omaggio all’omonima collana editoriale della Mondadori, nata nel 1933 e in poco tempo divenne il ritrovo di molti scrittori e artisti del tempo, dove la biblioteca custodiva libri autografati dagli autori e moltissimi volumi amati da Alberto, dando avvio agli anni del turismo dei vip dell’entroterra camaiorese.

Quando le fortune editoriali dei Mondadori andarono sempre più affievolendosi con la morte di Alberto, le presenze in villa della vedova Virginia e dei figli Nicoletta e Marco si fecero sempre più rare tanto che per alcuni anni la villa ospitò per l’estate il principe Faisal, figlio del sovrano saudita Fahd Ben Abdelaziz, con la sua numerosa corte.

Tra quelle pareti, si cominciò a parlare sempre di meno di libri e di letteratura, tanto che l’edificio della biblioteca non era più il punto di ritrovo dei bei tempi, anche quando vi abitava Marcin Tracy, l’ex patron del Viareggio calcio.

Nel 2005 l’avvocato milanese Umberto Nicodamo comprò l’immobile donando la biblioteca della villa al Comune di Camaiore, a ricordo di un uomo e un’epoca unica della letteratura italiana.