Giovanni Bosco Giovanni Battista Gazzolo Giovanni Cagliero 1875

Un uomo che fu non solo un protetto del santo di Valdocco, ma fu fondamentale per la storia dell’Argentina…

Compaesano di Don Bosco, Giovanni Cagliero nacque l’11 gennaio 1838 a Castelnuovo d’Asti, oggi nota come Castelnuovo Don Bosco.

I suoi genitori, modesti contadini, che abitavano in una casa rurale in via Aliberti, lo educarono nella fede e quando nel 1851, a tredici anni, conobbe Giovanni Bosco, che veniva a Castelnuovo a predicare fra i suoi compaesani, Giovanni chiese di andare con lui a Torino per diventare prete.
Don Bosco condusse il ragazzo a Torino, affidandolo a Mamma Margherita e sistemandolo a Valdocco, dove Giovanni si ambientò ben presto e nonostante la sua irrequietezza, fu un esempio per gli altri oratoriani.

Durante gli anni dell’adolescenza e della prima giovinezza trascorsi a Valdocco, Cagliero si distinse per l’impegno nello studio, l’amore per la musica e l’aiuto dato a mamma Margherita, fu anche un caro amico di Michele Rua, primo successore di s. Giovanni Bosco alla guida della Famiglia Salesiana.

Giovanni entrò tra i Salesiani e a 24 anni, nel 1862, fu ordinato sacerdote e per 13 anni lavorò a molte attività e progetti, nel 1875 don Bosco gli affidò la guida del primo gruppo di salesiani missionari in Patagonia, regione dell’America Meridionale, chiusa a Nord dal corso del Rio Colorado e a Sud dallo Stretto di Magellano, a ovest dalla catena delle Ande, con coste frastagliate, ricche di fiordi, isole e scogli sull’Oceano Pacifico; la parte litoranea del Pacifico appartiene al Cile e tutto il resto all’Argentina.

Sbarcato a Buenos Aires, il giovane sacerdote iniziò l’apostolato fra gli emigranti italiani, nella zona più povera della città, fondò chiese, istituti e opere salesiane.

Dopo nove anni di permanenza nel Sud America, nel 1884 Giovanni fu consacrato vescovo e Vicario Apostolico della Patagonia, e la madre Teresa, a 88 anni, ebbe la gioia di vederlo con le sue insegne episcopali poco prima di morire.

Monsignor Cagliero iniziò subito dopo l’evangelizzazione degli indios della Patagonia, andando a cavallo, scalando montagne, raggiungendo sperdute tribù, ma sempre alla ricerca di anime.

In seguito ritornò a Torino alla notizia che Don Bosco era in fin di vita, il 30 gennaio 1888 gli diede l’ultimo bacio recitandogli le preghiere, partecipò ai suoi funerali, poi ritornò in Patagonia.

Simbolo dell’opera sacerdotale ed episcopale salesiana del vescovo della Patagonia furono la beata Laura Vicuña (1891-1904) e il venerabile Zeffirino Namuncurá (1886-1905) figlio del cacico degli indios Araucani, ambedue allievi dei collegi salesiani, scomparsi in giovane età.

Nel 1915 papa Benedetto XV nominò Cagliero cardinale a 77 anni, riconoscendogli il merito di una vita spesa per il bene degli altri.

Ormai stanco e vecchio per le missioni, il grande cardinale rientrò in Italia diventando vescovo di Frascati e il 28 febbraio 1926 morì a Roma a 88 anni, per le complicazioni di un intervento chirurgico.

Durante gli anni trascorsi in Italia, Cagliero si recava spesso a Castelnuovo d’Asti, ospite del Collegio salesiano, dove per tutti era sempre il Prinsi, cioè il fratello, simbolo delle sue origini contadine.

Nel 1964 la salma del coraggioso cardinale, che riposava nel cimitero di Roma, fu richiesta dagli Argentini della Patagonia, che lo avevano sempre amato e stimato, e oggi la sua tomba si trova a Viedma, la capitale della Terra del Fuoco.