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Negli anni Cinquanta a Torino ogni mercoledì sera nella casa di Giulio Einaudi si ritrovavano Pavese, Vittorini, Calvino, Natalia Ginzburg, Bobbio, Foà, Mila, Bollati, Venturi, Balbo, Cantimori, Muscetta, Giolitti, per discutere, organizzare e decidere l’attività editoriale della casa editrice Einaudi.

Figlio del secondo Presidente della Repubblica, Giulio nacque nel 1912 e proseguì gli studi a Torino e, con gli amici del liceo, diresse una rivista, poi aprì una casa editrice poco prima della Seconda Guerra Mondiale, durante il Fascismo, e la Giulio Einaudi Editore sopravvisse al conflitto diventando un punto di riferimento della letteratura italiana.

A Torino, dopo la guerra, la riunione del mercoledì all’Einaudi era un appuntamento fisso, prestigioso e i verbali che erano redatti erano utilizzati, con discrezione, per veicolare le idee, le decisioni, il confronto sulle opere e le linee editoriali, come anche il progetto delle collane curate dall’editore, il lavoro di gruppo, le scelte, i rapporti con la società, la politica.

I Gettoni, curati da Elio Vittorini nascono durante uno di quei mercoledì, nel 1951, diventando una collana importante per la storia della letteratura italiana, chiamata così per i diversi significati di gettone telefonico, visto come una chiave per comunicare, gettone per il gioco, con un valore da un minimo a un massimo, gettone come pollone, germoglio, e ”poi suscita immagine metalliche e cittadine” diceva Vittorini.

Calvino, Cassola, Rigoni Stern, Fenoglio, Arpino, ma anche Borges, Duras furono il cuore do qualcosa che si proponeva di valorizzare ricerche linguistiche e testimonianze di giovani letterati italiani, creando un tascabile per avvicinare un pubblico senza troppe spese e senza troppi rischi per l’editore: povero tanto nella grafica quanto nella carta.

Furono sette anni di sondaggi e rivelazioni letterarie, dal debutto con Lucentini alla chiusura con Della Mea, con i debutti di Lalla Romano, Leonardo Sciascia, Giovanni Testori, e Anna Maria Ortese, nomi di successo come Calvino e scrittori che venivano da altri contesti, come pittori, insegnati, operai, medici, giornalisti e magistrati.

La collana venne interrotta definitivamente nel 1958, con numerose trattative per la pubblicazione di giovani autori ancora in corso, poi direzionate verso altre case editrici, da Garzanti a Mondadori, alla nuova casa editrice Parenti, mentre Vittorini stava per pubblicare per Bompiani il libro-confessione che raccontava il suo bisogno di essere una voce critica del mondo, Diario in pubblico, poi avrebbe ideato insieme a Calvino la rivista Il Menabò.

Con la loro storia i Gettoni divennero l’anticipazione di mode editoriali più attente al lettore e a una letteratura all’altezza della società e Vittorini venne considerato un intellettuale proiettato verso la ricerca di forme alternative della comunicazione editoriale a servizio della creatività altrui.