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Fino al 5 settembre a Pisa, presso la sede espositiva del Palazzo dell’Opera, in Piazza dei Miracoli, si tiene la mostra Orazio Riminaldi. Un maestro pisano tra Caravaggio e Gentileschi, organizzata dall’Opera della Primaziale Pisana. 

L’idea della mostra è nata dopo il recente restauro dei dipinti della cupola della Cattedrale pisana, realizzati da Orazio Riminaldi tra il 1627 e il 1630, che raffigura l’Assunta portata in cielo dagli angeli e una teoria di santi, che sino a quel momento non era possibile ammirare dal basso, a causa dello sporco che si era accumulato sulle pareti nel corso dei decenni.

L’esposizione intende mettere in luce il percorso umano e artistico del maestro pisano Orazio Riminaldi (Pisa 1593 – 1630), allievo do Orazio Gentileschi e affascinato in gioventù dalla bruciante novità della pittura di Caravaggio che, giunto a Roma intorno al 1615, divenne accademico di San Luca, e fece parte della terza stagione dei maestri caravaggeschi.

Fu capace di un linguaggio elegantissimo, vera e propria sintesi tra lo stile di Orazio Gentileschi e quello di Guido Reni e a Pisa si conserva il suo capolavoro, la cupola del duomo.

Saranno esposti dipinti di Riminaldi provenienti da collezioni pubbliche, i modelli preparatori per la cupola, oltre al Ritratto dell’Operaio della Primaziale Curzio Ceuli, nonché l’Autoritratto. All’interno del Palazzo dell’Opera il percorso espositivo è scandito in nove sezioni che illustrano dapprima il contesto nel quale si formò Riminaldi, poi quello romano, con opere di Guido Reni, Giovanni Baglione, Agostino Tassi, senza trascurare i suoi primi maestri, Ranieri Borghetti, Aurelio e Orazio Lomi Gentileschi, come la straordinaria Madonna col Bambino delle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Palazzo Corsini, un’opera che raramente viene concessa in prestito dal museo romano e la Giuditta con la testa di Oloferne della collezione Lemme di Roma, la Santa Cecilia con l’organo portatile di Giuseppe Cesari detto il Cavalier d’Arpino, il San Pietro penitente di Guido Reni e la Santa Cecilia del Guercino, provenienti dalla Fondazione Sorgente Group.

Altre rarità presenti nelle prime sale della mostra sono il Sant’Andrea e il San Bartolomeo, i frammenti di una grande pala d’altare del Bronzino in origine collocata nel Duomo di Pisa, ma dispersa in antico.

Orazio Riminaldi è presente con oltre venti opere ed il suo percorso artistico è ricostruito a partire dalla sua formazione toscana sino all’incontro con il naturalismo di marca caravaggesca, poi declinato verso il classicismo.

Le opere scelte per tracciare questo percorso sono il Sacrificio di Isacco e il Martirio dei santi Nereo e Achilleo (Roma, Gallerie Nazionali di Arte Antica, Palazzo Barberini, Palazzo Corsini), il Caino e Abele (Firenze, Gallerie degli Uffizi, la Vestizione di santa Bona (Pisa, chiesa di San Martino), lo straordinario Ercole e Acheloo proveniente da Parigi (Galleria Giovanni Sarti).

A conclusione del percorso è possibile visitare la cattedrale per ammirare la cupola dipinta da Riminaldi, nonché due sue tele presenti nella Tribuna, il Sansone e il Mosé e il serpente di bronzo.