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Per sempre il re del Rock…

Capace di unire le due anime d’America: il country e il blues, con il nascente rock ‘n roll è stato il punto di riferimento di Beatles, Rolling Stones, Who, U2, Springsteen, Clash… Creando anche dei cloni italiani come Bobby Solo e Little Tony.

Un artista che è andato oltre la musica, arrivando a influenzare l’intera cultura americana e trasformandosi in una delle più grandi icone del secolo scorso. Citato in tanti film dalle trame più diverse da Commitments, Il socio, a Forrest Gump, solo per citarne alcuni a caso. Oggetto di culto e d’idolatria, spinta agli eccessi, al punto che ancora oggi molti lo credono vivo e si vestono esattamente come lui sul palco. Vanta milioni di fan, con club attivi un po’ ovunque, che organizzano celebrazioni in suo onore. La sua storica residenza di Graceland a Memphis (non a caso in Boulevard Elvis Presley), è stata dichiarata monumento nazionale, ed è il secondo luogo più visitato degli Stati Uniti dopo la Casa Bianca.

Elvis Aaron Presley nacque l’8 gennaio 1935, a Tupelo, nel Mississippi, con il gemello Jessie Garon, che morì poche ore dopo il parto. Con la madre sviluppò un legame profondo e stretto pressoché indissolubile.

A otto anni Elvis, per il suo compleanno, ricevette in regalo dalla madre Gladys una chitarra trovata in un negozio dell’usato del valore di 12 dollari e 95 centesimi.

Un dono che fece nascere in Elvis la passione per la sei corde e per la musica tanto da rimanere ore e ore ad ascoltare i gospel e gli spiritual cantati nella chiesetta vicino a casa.

A 13 anni si trasferì con la famiglia a Memphis dove entrò in contatto con la cultura nera della città, oltre a lavorare come camionista, con il suo leggendario ciuffo imbrillantinato sulla fronte e i vestiti sgargianti, un po’ fuori moda e fuori luogo negli Stati del Sud.

Il 5 luglio 1954 il giovane Elvis, entrò in sala d’incisione al costo di un dollaro per incidere “My Happiness”, una canzone tradizionale americana, cara alla famiglia Presley, per fare un dono alla madre Gladys. Il timbro di voce del giovane Presley e il suo modo assolutamente innovativo di cantare, colpirono immediatamente il proprietario della Sun Records, Sam Phillips, che uscì come folgorato dalla cabina di regia.

Phillips, fece subito firmare il primo contratto con Presley.

Dopo alcune prove di scarso successo, Elvis attaccò un vecchio pezzo country, “That’s All Right Mama”, con una sua particolare versione. Sam Phillips, intuendo le potenzialità la incise immediatamente e la pubblicò il 19 luglio dello stesso. Sul lato B fu scelta una versione, altrettanto rivoluzionaria, di un classico “Blue Moon Of Kentucky”. Era nato il fenomeno Elvis.

Fu subito un successo enorme che lo impose all’attenzione dei teenager americani. Qualche giorno dopo la pubblicazione del branco, Elvis si esibì all’Overton Park Shell dove poté esprimere le sue doti di frontman. Durante la performance Elvis cominciò a dimenare il bacino e a muovere le gambe a tempo di musica. L’effetto sul pubblico fu devastante. Good Rockin’ Tonight Mystery Train, Baby Let’s Play House, Don’t Be Cruel, I Want You, I Need You, I Love You” diventarono immediatamente dei classici del rock’ n’ roll con le interpretazioni e le movenze di Elvis, standard con cui tutti i musicisti si confronteranno negli anni a venire. In particolar modo è la scatenata “Hound Dog” a colpire l’immaginario collettivo delle gioventù americana e poi quella inglese, facendo di Presley il personaggio di riferimento per milioni di ragazzi.

Elvis intanto si affidò a Thomas Andrew Parker, detto “Il Colonnello”, che divenne il suo manager per tutto il resto della carriera.

Il 3 aprile 1956, Elvis prese parte a uno degli spettacoli Tv più visti, il Milton Berle Show, dove 40 milioni di spettatori assisterlo entusiasti alle sue esibizioni. 19 novembre del 1956 uscì il film di debutto di Elvis, “Love Me Tender”. Il brano omonimo, tratto dalla colonna sonora del film, venne presentato in anteprima il 9 settembre 1956 durante la puntata di apertura dello storico “Ed Sullivan Show” ed ebbe un successo folgorante. Al punto di avere milioni di copie prenotate prima ancora che fosse pubblicato il 45 giri.

Nel 1957 uscirono altri due film con Presley protagonista: “Loving You”, in luglio e “Jailhouse Rock” in ottobre. Due pellicole che ottennero un enorme riscontro al botteghino e un grande impatto sul pubblico.

Elvis o the Pelvis, come lo chiamavano i suoi fans per i suoi piroettanti movimenti del bacino, all’apice della sua carriera era un mito, dove ragazzine in delirio erano pronte a lanciare gridolini isterici e indumenti intimi e le cronache di quegli anni narrano di una polizia in perenne difficoltà per garantire l’incolumità di Elvis dopo ogni concerto fino a permettergli di tornare sano e salvo a nella sua tenuta di Graceland, un edificio coloniale a Memphis circondato da un grande parco. Elvis pubblica singoli di grande impatto come “Too Much”, “All Shook Up”, “Teddy Bear”, “Treat Me Nice”, “Silent Night” e “White Christmas” dimostrando un eclettismo e una duttilità fuori dal comune, passando dal r’n’r scatenato alle rivisitazioni dei classici natalizi.

Il 24 marzo 1958 Elvis arrivò in un centro d’addestramento in Texas con il numero di matricola US53310761, per un servizio militare anomalo, sotto la costante presenza di giornalisti, fotografi e giovani fans che assediano ogni sua libera uscita, terminato il 5 marzo 1960, quando duettò con Frank Sinatra al Welcome Home Elvis.

La morte della madre Gladys fu un brutto colpo per l’equilibrio emotivo del cantante, che divenne vittima di malesseri e stati d’ansia.

Ma il Re in quel periodo conobbe la quattordicenne Priscilla, figlia di un capitano dell’aviazione statunitense aggregato alle forze della Nato, stanziate in Germania e dal colpo di fulmine il 1 maggio 1967 si arrivò al matrimonio e il 1 febbraio 1968, nacque Lisa Marie, che sposò poi il re del pop, Michael Jackson.

Dopo otto anni di assenza dalle scene, nel 1968 Elvis tornò protagonista di concerti live con lo spettacolo Elvis the special, vestito di pelle nera con lo stesso carisma e la stessa energia che avevano catturato le generazioni durante il decennio precedente.

Nel giugno del 1969, pubblica l’ottimo album From Elvis In Memphis, con “Long Black Limousine”, “Only The Strong Survive”, “Any Day Now” e la famosissima “In the Ghetto”. Dalle stesse sessioni di registrazione uscì anche uno dei capolavori pop-soul “Suspicious Minds” che, pubblicato come singolo riportò Presley in vetta alle classifiche dopo oltre dieci anni. E diventerà uno dei 45 giri più venduti della storia.

Nel 1973 entrò nella storia della televisione e dello spettacolo, con Aloha from Hawaii via satellite, uno special che, trasmesso in 40 paesi, raggiunse più di un miliardo di spettatori.

Il 12 febbraio 1977, iniziò una nuova tournée che terminò il 26 giugno poi, deciso a prendersi un periodo di riposo, tornò nella sua casa a Memphis, ma il 16 agosto 1977 fu ricoverato d’urgenza al Baptist Memorial Hospital, dove morì per un attacco di cuore. Aveva solo 42 anni.

Moriva l’uomo, ma da allora è rimasta la leggenda, con le sue canzoni senza tempo….