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Il calciatore che, dopo una serie di travagliate vicende, divenne il simbolo dei Mondiali del 1982…

Paolo Rossi nacque a Santa Lucia di Prato il 23 settembre 1956 e arrivò al calcio professionistico giocando nel ruolo di ala destra con la Juventus e, dopo aver subito tre operazioni di rimozione dei menischi, passò in prestito al Como.

La svolta della carriera avvenne  con il trasferimento in comproprietà al Lanerossi Vicenza, dove l’allenatore Fabbri scoprì le sue potenzialità di attaccante veloce e tecnico.

Infatti Rossi era  abilissimo negli spazi stretti dell’area di rigore e dotato di una grande intuizione per il gol, qualità che in suo onore fu battezzata come fiuto del gol.

Nella stagione 1976-1977 Paolo trascinò il Vicenza alla promozione in Serie A e nella stagione seguente fu protagonista con la sua squadra di un inaspettato secondo posto nel massimo campionato.

Rossi vinse il titolo di capocannoniere con 24 reti segnate e fu selezionato dal Commissario Tecnico della Nazionale Enzo Bearzot nella rosa della Nazionale che doveva prendere parte ai mondiali argentini del 1978, dove fu una delle rivelazioni del torneo.

Il Lanerossi Vicenza e la Juventus non trovarono  un accordo sulla proprietà del calciatore e dovettero ricorrere al sistema della buste.

Alle fine la proprietà di Paolo passò alla squadra vicentina che offre circa 2,7 miliardi di lire, rendendolo il giocatore di maggior valore del calcio italiano.

L’anno successivo il Vicenza retrocedette in serie B e nella stagione 1979-80 Rossi passò in prestito al Perugia, ma venne coinvolto nello scandalo del calcio-scommesse e squalificato per tre anni, anche se il ricorso in appello ridusse la pena a due.

La squalifica terminò proprio in vista del mondiale di Spagna 1982 e la sua convocazione nella Nazionale, da parte di Bearzot, destò scalpore nell’opinione pubblica.

Nelle prime partite del Mondiale Paolo Rossi, come del resto tutta la squadra, non ebbe un ruolo molto importante,

Solo nelle fasi finali divenne assoluto protagonista, con 3 gol contro il Brasile, 2 reti in semifinale contro la Polonia e una storica rete in finale contro la Germania.

Paolo Rossi divenne il capocannoniere del torneo planetario e da allora per tutti fu noto con il soprannome di Pablito e fu il vincitore del Pallone d’oro 1982.

Tornato al calcio italiano, Rossi giocò tre anni con la Juventus vincendo una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe e una Coppa Intercontinentale, poi passò al Milan e infine al Verona, dove chiuse la carriera a 31 anni.

Lasciato il calcio Paolo rimase a Vicenza dove divenne imprenditore edile, in società con l’ex compagno di squadra Giancarlo Salvi e apparve in tv come commentatore ed opinionista.

Nel 2010 sposò la giornalista Federica Cappelletti e insieme scrissero Quanto dura un attimo e 1982. Il mio mitico Mondiale, e dal loro amore nacquero le  figlie Maria Vittoria Rossi e Sofia Elena Rossi.

Dalla prima moglie, Simonetta Rizato, Paolo aveva avuto il figlio Alessandro , nato nel 1982.

Nel 2002, a vent’anni di distanza dal campionato mondiale passarto alla storia, Rossi pubblicò la sua biografia, Ho fatto piangere il Brasile.

Paolo Rossi scomparve a Roma il 9 dicembre 2020, all’età di 64 anni, pochi giorni dopo l’addio ad un’altra stella del calcio mondiale, l’argentino Diego Armando Maradona.