carlo felice

Il teatro cuore della Genova musicale, rinato dopo anni di silenzio…

Il Carlo Felice si trova appena a lato della piazza De Ferrari a Genova, nel centro cittadino, accanto al monumento equestre a Giuseppe Garibaldi e poco distante dalla fontana che è uno dei simboli della città.

La sua storia cominciò nel 1825, quando a Genova venne indetto un concorso per il disegno di un nuovo teatro dell’opera a cui  presero parte, fra gli altri, il genovese Carlo Barabino e il milanese Luigi Canonica.

Vinse Berbino e, il 21 gennaio 1826, furono pubblicati sulla Gazzetta di Genova il progetto, le norme per l’appalto del teatro e indicazione precise sull’area che doveva occupare.

Canonica poi fu chiamato  come consulente per la realizzazione del palcoscenico e della parte interna della curva della sala poiché, come architetto reale del Regno d’Italia (1805-1814), era esperto in grandi edifici teatrali, con l’allargamento del palcoscenico della Scala, il completamento del teatro di Como, la costruzione del Carcano e del Teatro Fiando di Milano, dei teatri di Cremona e Brescia.

Il teatro fu inaugurato il 7 aprile 1828, alla presenza dei sovrani del Regno di Sardegna, Carlo Felice e della regina Maria Cristina di Savoia, con l’opera di Vincenzo Bellini Bianca e Fernando,  su libretto del genovese Felice Romani, rielaborata appositamente dall’autore.

Fu nel Carlo Felice che nel 1852 viene inaugurata, per la prima volta a Genova,  l’illuminazione a gas, e nel 1892, per il quattrocentenario Colombiano, quella elettrica.

Durante la seconda guerra mondiale il Carlo Felice fu colpito due volte rimanendo parzialmente distrutto e le rappresentazioni teatrali di rivista e d’opera si tennero nel Cinema Teatro Margherita di via XX Settembre.

I bombardamenti della seconda guerra mondiale avevano distrutto i solai e le parti in carpenteria del teatro ed erano rimasti i muri perimetrali, cosi il comune nel 1946, bandì un concorso di architettura, dove parteciparono diversi architetti liguri, tra cui spicca il nome di Luigi Carlo Daneri, che vinse il secondo premio e il primo fu  assegnato, nel 1950, al progetto del gruppo di Paolo Antonio Chessa.

Nel 1951 Chessa consegnò il progetto esecutivo, che non fu mai eseguito e, nel 1963 fu definitivamente accantonato, affidando l’incarico a Carlo Scarpa, architetto di fama internazionale, che portò avanti il lavoro per molti anni, ma morì accidentalmente nel 1978 e la sua idea non giunse mai alla realizzazione.

Nel frattempo ciò che rimaneva dell’antico teatro fu demolito, lasciando in piedi il pronao neoclassico ed i portici del perimetro esterno e nel 1981 fu bandito un altro concorso-appalto a due fasi.

Il concorso si concluse nel 1984 e venne vinto dalla ditta Mario Valle s.p.a. di Arenzano, con il progetto degli architetti Aldo Rossi, Ignazio Gardella, Fabio Reinhart e Angelo Sibilla.

Questa volta il progetto, che fu sviluppato al livello esecutivo, ebbe corso ed il 7 aprile 1987 fu posata la prima pietra del nuovo teatro.

Nel 1991 il Carlo Felice è stata nuovamente inaugurato con Il Trovatore di Verdi e recupera, come su indicato, ciò che allora rimaneva delle antiche strutture mentre risulta del tutto nuovo negli interni.

La statua posta alla sommità del pronao, opera dello scultore Giuseppe Gaggini, è stata  sostituita da un calco mentre l’originale, dopo essere stato restaurato, oggi è collocato all’interno della Chiesa di Sant’Agostino in Sarzano.