Dal 19 al 21 febbraio 2023 torna, in provincia di Novara il Carnevale di Ghemme, dove si potrà assaggiare in Piazza Castello la buonissima fagiolata seguita poi dalla distribuzione della fasulaa e tanto altro , mentre il 21 febbraio ci sarà il maestoso falò dove ci si potrà riscaldare con una cioccolata calda o un buonissimo vin brulè.
Domenica 19 febbraio, oltre alla Fagiolata in Piazza Castello alle 14:30 ci sarò il Discorso di Sua Maestà Rè Barlan e alle 15:30 le distribuzione della Tradizionale Fesulaa Una storia lunga sette secoli.
Martedì 21 febbraio, Piazza Castello alle 20:45 ospiterà il Grande falò con distribuzione gratuita di cioccolata calda e vin brulè
Re Barlan è il volto del Chèrnuvée dè Ghèm insieme alla sua compagna Pengin, ma qual è l’origine di questa maschera?
Barlan, in dialetto ghemmese, significa una persona all’apparenza sempliciotta e limitata, in grado però di farla franca e averla vinta, infatti la maschera trae origine, fin dal XVII secolo, da questo concetto.
Il Barlan diventa però Re, più precisamente Re di Patagonia, verso la fine dell’Ottocento, come si legge sul sito dell’Associazione Carnevalspettacolo, in seguito a una conferenza di missionari che, parlando di quella terra lontana, colpì l’immaginario dei ghemmesi.
Le missioni patagoniche, infatti, erano opera dei missionari Salesiani di Novara e in particolare, quella del Rio Grande del 1891 fu gravemente devastata da un incendio, così i Salesiani organizzarono una serie di conferenze, tra cui quella di Ghemme, per raccogliere i fondi necessari per la ricostruzione.
Si pensa così che l’evoluzione della maschera di Re Barlan sia proprio da ricercare in questa conferenza e nella volontà dei cittadini di rielaborare l’idea di Carnevale, ma c’è anche un riferimento letterario importante, che potrebbe anch’esso aver influito nella trasformazione, In Patagonia di Bruce Chatwin, che narra la storia di un avvocato francese, Aurélie-Antoine de Tounens, che nel 1859 si trasferì in Patagonia e lì fu incoronato Re di Patagonia e Araucaria.
Da allora, Re Barlan arriva al Chèrnuvée in treno, per poi tornare in Patagonia alla fine delle feste.