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Venerdì 30 giugno, sabato 1 e domenica 2 luglio alle 21 sarà il momento di un nuovo grande allestimento del Teatro Coccia di Novara per vivere l’opera sotto le stelle, in sinergia con il Comune di Sordevolo e l’Associazione Teatro Popolare di Sordevolo.

Infatti nell’Anfiteatro Giovanni Paolo II di Sordevolo, luogo che ospita da oltre 500 anni La Passione, sarà in scena Nabucco di Giuseppe Verdi.

La regia è firmata da Alberto Jona, direzione d’orchestra di Francesco Rosa, scene di Matteo Capobianco, Orchestra Filarmonica Italiana, Maestro del Coro Mauro Trombetta, con due cast in cui si uniscono voci esperte del repertorio verdiano, con artisti in ascesa nel panorama internazionale, per un evento di partecipazione e comunità.

Tutto l’allestimento dell’opera vedrà centinaia di figuranti dell’Associazione Teatro Popolare di Sordevolo e coristi selezionati tramite call to action, che affiancheranno i coristi della Schola Cantorum San Gregorio Magno.

Il borgo di Sordevolo ha origini antiche, infatti veniva citato, con altri comuni, in un documento dell’827, come parte di una giurisdizione civile da parte dei Vescovi di Vercelli.

Durante il Medioevo si staccò dai Visconti e passò a casa Savoia nel 1379 ma fino all’occupazione napoleonica si governò con propri statuti.

Inizialmente la popolazione era occupata nella conduzione agricola, sfruttando le risorse che il territorio offriva ma verso la fine del XVI secolo, grazie all’intraprendenza di alcune famiglie, si iniziò la prima lavorazione della lana con la produzione dei panni fini, favorita oltre che da un territorio ricco di corsi di acqua, anche da distese di pascoli per mucche e pecore.

La nascita del Monte Pio nel 1600, che funzionò da banca, portò ad un significativo miglioramento della comunità intera ed alla ricostruzione delle sette chiese presenti sul territorio.

Fu anche il periodo d’oro della famiglia Ambrosetti che ottenne il settanta per cento delle forniture militari dello Stato piemontese permettendo a un membro della famiglia di intraprendere la costruzione di un grandioso edificio quadrangolare, denominato Trappa perché ospitò, tra il 1796 e il 1802, un gruppo di trappisti fuggiti dalla Francia in seguito alla rivoluzione.

In seguito alla soppressione degli ordini religiosi voluta da Napoleone I il complesso fu utilizzato prima a scopo agricolo e divenne poi la cellula museale dell’Ecomuseo del Biellese dedicata alla tradizione costruttiva locale.

L’ottocento fu il secolo dell’evoluzione industriale; con l’arrivo della meccanica nei telai, il processo produttivo si concentra nelle fabbriche e i Vercellone, già conosciuti come abili commercianti, diventano potenti industriali, oltre a condurre alla formazione di attività solidaristiche quali la Società Operaia Alpina, scuola serale anche per adulti.

A Sordevolo vi passò le vacanze il drammaturgo Giuseppe Giacosa, che ebbe ospite Giosuè Carducci, e fino a poco prima della seconda guerra mondiale vi visse l’intellettuale Franco Antonicelli, amico di illustri pensatori piemontesi e del filosofo Benedetto Croce,  che abitava nella vicina Pollone, oggi sede del Parco della Burcina.