Sagra del tordello Retignano Lucca

A Retignano, frazione del Comune di Stazzema, nel weekend del 29 e 30 giugno e del 1 e 2 luglio, si festeggerà la Sagra del tortello.

L’evento si tiene nei giorni dei patroni del paese, i Santi Pietro e Paolo, e in concomitanza col concorso canoro Retignano in Festival nella splendida cornice del borgo apuano, dal quale si gode un bellissimo panorama dei monti circostanti.

Presso gli stand gastronomici si potranno provare le specialità della cucina casereccia locale, come i tipici tortelli e vari tipi di carne alla griglia con cena tutte le sere dalle 19 e la domenica è possibile mangiare a partire dalle 12:30  e solo su prenotazione.

L’origine del nome di  Retignano potrebbe dipendere da un fondo detto Retiniano, derivante dal nome gentilizio latino Retinius.

Già sede di un villaggio ligure-apuano, il borgo è citato per la prima volta in un documento del 31 agosto 855, depositato nell’archivio arcivescovile di Lucca.

Sottoposto al versamento di rendite a favore della Pieve dei santi Felicita e Giovanni di Valdicastello, nel 932 il paese, chiamato Ratignano, con la sua cappella fu donato dal re longobardo Lotario alla cattedrale di Lucca.

Nel 1558 alcuni uomini di Retignano, con quelli di Ruosina e Gallena, chiesero di passare sotto il comune di Pietrasanta, ma dovettero rinunciarvi in seguito a ripensamenti dovuti al consiglio, certo di non ottenere il beneplacito del Granduca.

Agli inizi del Seicento, sopra la chiesa della frazione di Al Casino, si trovava un posto di guardia in posizione sopraelevata,  per controllare le strade e comunicare tempestivamente l’arrivo di bande nemiche.

Dopo liti di confine con Farnocchia, tra il 1603 e il 1632, per ordine della granduchessa Maria Cristina, anche il borgo contribuì al mantenimento dei ponti lungo il fiume Versilia.

Verso il 1820 l’inglese James Beresford e il suo socio Gybrin trovarono nella cava della Canaletta marmo mischio, turchino, bardiglio fiorito, e lo spedirono via mare in Gran Bretagna, poi presero in affitto da Francesco Guglielmi, per nove anni e con il canone di 6000 scudi, una cava, dalla quale spedirono marmo in Inghilterra.

Gli abitanti di Retignano furono attivi nel contribuire alla ripresa dell’industria marmifera in Versilia, impegnandosi nelle cave di Montalto, Gabro, Ajola, Gordigi e Messette.

Nel 1845 i retignanesi si opposero all’imprenditore inglese William Walton, poichè i suoi traffici marmiferi danneggiavano i loro terreni destinati al pascolo.

Al tempo dell’unità d’Italia, nel 1861, gli abitanti del paese erano impegnati nelle escavazioni, causa dell’ abbandono della metà della coltivazione dei castagneti, poi portato avanti anche per buona parte del Novecento, finché non è iniziato lo spopolamento del centro abitato, tipico di tutti i borghi dell’Alta Versilia.

Nonostante tutto Retignano resta attualmente uno dei paesi più popolosi e vitali del comune di Stazzema, con un circolo ricreativo, una squadra di calcio, due ristoranti/pizzeria e un agriturismo.