Casoncelli di Pontoglio OK e1703081768794 700x466 1

A Pontoglio, tra le provincie di Bergamo e Brescia, torna la Sagra del Casoncello, in programma dal 4 al 17 gennaio dove, nel primo mese dell’anno, da ben 137 anni le famiglie locali festeggiano Sant’Antonio Abate e la tradizione vuole che si preparino i famosi casoncelli, tutti fatti a mano uno a uno e chiusi con i rebbi della forchetta.

Citata come Ponte Oleo o Pontolio in un documento della seconda metà del X secolo, Pontoglio ha origini molto più antiche, stabilite dopo il rinvenimento nella zona di vari reperti archeologici, tra cui tombe e monete risalenti al I o II secolo a.C. e al III o IV secolo d.C,, mentre il toponimo deriva dall’esistenza di un vecchio ponte di legno sull’Oglio.

Nel Medioevo il territorio, che era parte della pieve di Palazzolo,  fu al centro di contese e teatro di sanguinosi eventi bellici tra Brescia e Bergamo, per il controllo sul fiume.

Saccheggiato verso la metà del 1200 da Ezzelino da Romano e coinvolto nelle lotte tra guelfi e ghibellini,  il paese divenne luogo di rifugio per i ghibellini bresciani e bergamaschi, espulsi dalle rispettive città e, dopo essere statò a lungo contesa da milanesi e veneziani, con la pace di Lodi del 1454 passò sotto il dominio della Repubblica veneta, rimanendovi fino all’invasione napoleonica del 1797, con la parentesi, nel XVI secolo, dell’occupazione da parte del francese Giacomo de La Palisse, che l’aggregò alla contea di Chiari.

Sede di un vicariato, Pontoglio non venne  risparmiato da carestie e pestilenze, cui si aggiunsero i danni provocati dal saccheggio dei francesi agli inizi del 1700, quando fu il  quartier generale di Eugenio di Savoia.

Annesso alla Repubblica Cisalpina sul finire del secolo, il paese seguì le successive vicende della provincia, partecipando attivamente alla lotta contro il fascismo e alla guerra di liberazione.

Tra i monumenti sono da vedere il castello medievale, in cui si trova l’antica chiesa di Santa Maria, abbandonata verso la metà del XVIII secolo e la settecentesca parrocchiale, con pregevoli tele del Seicento, oltre alla chiesa di Sant’Antonio.

I Casoncelli, in dialetto Casonsèi, sono un piatto tipico della cucina tradizionale bergamasca e bresciana, preparatò con pasta fresca e un ripieno di carne, poi condito con burro fuso, pancetta, grana e salvia.

La peculiarità dei Casonsèi, che è anche quello che li caratterizza maggiormente da altri tipi di pasta è il ripieno che, oltre a macinati di carne bovina e suina, esso prevede l’utilizzo del Grana Padano, uova, pane grattugiato, amaretti, uva sultanina, pere e spezie come cannella e noce moscata, ben amalgamato ed inserito nei dischetti di pasta sfoglia all’uovo.