01 1950 ferrari 340 america

La lunga storia di una delle auto più singolari della Ferrari…

Da sempre Ferrari lega le sue auto alle qualità dei motori, come nel caso del 12 cilindri progettato da Gioacchino Colombo, presente nella 125 S di 1.500 cc, e in tutte le sue successive evoluzioni, con il tipo 166 portato a 2 litri e il Tipo 212 ri-configurato a 2.544 cc.

Ma il culmine della storia delle creazione del tecnico milanese avviene con il tipo 250 di 3 litri, utilizzato sulle vetture stradali come sui modelli da corsa per quindici anni, ma la carriera di Colombo in Ferrari non fu lunga come la vita del suo motore, dato che  passò all’Alfa Romeo nel 1950 a causa di alcuni limiti tecnici della sua creazione e dell’ascesa di uno dei suoi stessi collaboratori.

L’approccio di Aurelio Lampredi, collaboratore dell’azienda, fu di  aumentare la cilindrata senza bisogno della sovralimentazione e l’immediato successo  del nuovo motore convinse Ferrari a interrompere lo sviluppo del V12 Colombo e vide  l’uscita del tecnico legnanese da Maranello.

Aurelio Lampredi, così, si vide promosso a capo degli ingegneri Ferrari e  il V12 Lampredi in varie configurazioni fu utilizzato in F1 e nelle gare Sport con grande successo tra questi la leggendaria vittoria della 375 F1 a Silverstone  e il successo di Gonzalez/Trintignant a Le Mans .

Alla Mille Miglia del 1950 c’erano due Ferrari 275 S, dotate di una superba carrozzeria opera di Touring che, sotto il cofano, aveva un 12 cilindri Colombo sviluppato da Lampredi fino alla cilindrata di 3,3 litri, ma Luigi Villoresi e Alberto Ascari dovettero ritirarsi per noie alla trasmissione.

In seguito uno dei due esemplari, il telaio 0030MT, ebbe modo di riscattarsi  dopo che Enzo Ferrari, intuendo il potenziale del motore Lampredi, lo fece aggiornare a 4,1 litri in vista del Salone di Parigi di settembre e, ribattezzata 340 America, la vettura poteva essere un’ottima avversaria delle Allard e delle Chevrolet nelle gare dell’SCCA americano.

L’edizione della Mille Miglia del 1951 vide la Ferrari 340 America s/n 082A, primo esemplare di produzione, e la coppia Villoresi/Cassani portò a Maranello il quarto successo consecutivo nella corsa bresciana, inoltre dimostrò l’enorme competitività del V12 Lampredi, che rimase per gran parte degli anni Cinquanta sulle auto della Ferrari..