Guido Harari Incontri

La mostra Incontri: 50 anni di fotografie e racconti di Guido Harari, aperta fino al 1 aprile a Milano, presso lo Spazio Ex Messina della Fabbrica del Vapore in via Procaccini 4, racconta non solo la carriera, ma anche gli incontri e i legami di amicizia del grande fotografo nella sua lunga carriera.

La mostra è divisa in dieci sezioni che rappresentano  nuclei tematici che Harari ha sviluppato nel corso del suo lavoro.

La prima è Sapessi com’è strano… Omaggio a Milano, sul legame con la città in cui Harari è cresciuto e gli omaggi ad alcune grandi personalità che hanno reso grande il capoluogo lombardo, da Dario Fo e Franca Rame a Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci, ma anche Alda Merini, Ornella Vanoni, Giorgio Armani, Carla Fracci e molti altri.

In Light my fire: il big bang di una passione la stanza di Harari viene ricostruita idealmente con poster, foto, riviste e libri d’epoca, pagine di diario, copertine di dischi, autografi e memorabilia.

La passione per la musica e i concerti sono poi al centro delle sezioni All area access e La musica mi gira intorno.

A metà percorso, Il ritratto come incontro vede  i ritratti e gli sguardi di molte personalità che Harari ha a lungo frequentato come José Saramago, Madre Teresa di Calcutta, Allen Ginsberg, Greta Thunberg, Zygmunt Bauman.

Italians raccoglie invece i ritratti di molte personalità italiane, da Gianni Agnelli a Rita Levi Montalcini, da Umberto Eco a Liliana Segre, da Ennio Morricone a Umberto Eco, fino a Roberto Baggio.

Guido Harari, eccezionalmente, ha deciso di dedicare una sezione anche ai ritratti di alcuni dei fotografi che lo hanno ispirato, con ritratti di Richard Avedon, Sebastião Salgado, Letizia Battaglia, Steve McCurry.

In Fotografare senza la macchina da presa, Harari racconta la passione per il progetto grafico, tra la curatela dei libri e l’editing di testi, documenti e immagini, come  le biografie illustrate di Fabrizio De André, Fernanda Pivano, Mia Martini, Giorgio Gaber e Pier Paolo Pasolini.

La penultima sezione, In cerca di un altrove, vede reportage, ritratti, ricerche e sperimentazioni inedite, alla ricerca di nuovi linguaggi oltre la fotografia, come antidoti ai rituali della fotografia commerciale e ai ritratti di celebrità.

Infine Occhi di Milano è la decima sezione, in cui vengono esposti in tempo reale i ritratti degli sguardi della città che Guido realizza durante il periodo di apertura della mostra, all’interno della Caverna Magica, cioè uno speciale set fotografico in cui i visitatori che lo desiderano possono farsi ritrarre da Harari.