Fiera di Sant Orso

La Fiera di Sant’Orso ad Aosta, la più antica rassegna dell’artigianato delle Alpi, che è anche una grande festa popolare, quest’anno torna il 2 e 3 aprile dopo un anno di assenza a causa dell’emergenza sanitaria.

La fiera dedicata all’artigianato valdostano compie 1022 anni ed è la più antica dei due versanti delle Alpi, dove le vie del centro storico di Aosta per due giorni sono animate dagli ornamenti e dai suoni della cultura valdostana.

Questa edizione 1022 è una Festa di primavera, con gruppi folcloristici, le corali che intonano i canti alpini, le tipiche danze di montagna, i complessi musicali delle tradizioni suonano lungo le strade, si degustano i piatti della cucina valdostana e i vini locali.

Saranno 1.065 gli espositori che parteciperanno e 855 sono artigiani, professionisti o hobbisti, dei settori tradizionali ed equiparati, come scultura e intaglio su legno e pietra ollare, oggetti torniti, attrezzi agricoli, mobili, vannerie (cesti in vimini), tessuti e calzature della tradizione, fiori in legno, giocattoli, oltre a 24 scuole e corsi di artigianato e a 186 espositori dei settori non tradizionali.

Il tradizionale ciondolo distribuito alla Foire quest’anno è una cesoia usata dai contadini e dai viticoltori, per simboleggiare un taglio con il passato

Tra gli artigiani, sessantasette sono ospitati all’Atelier des métiers, padiglione in piazza Émile Chanoux che è aperto nelle giornate di giovedì 31 marzo e venerdì 1 aprile.

Accanto alla Fiera è confermato il padiglione enogastronomico di piazza Plouves, con 65 produttori di latte e formaggi, carni e derivati, ortofrutta e miele, dolci e pane, vino, birra e liquori. L’associazione delle Pro loco della Valle d’Aosta propone, nei padiglioni in diversi punti della città, la degustazione di piatti tipici valdostani.

La Fiera comincia la sua storia in epoca medioevale, all’interno del Borgo di Aosta, nell’area vicino alla Collegiata che porta il nome di Sant’Orso, e si narra che tutto ha avuto inizio di fronte alla chiesa dove il Santo, vissuto nel IX secolo, sarebbe stato solito distribuire ai poveri indumenti e sabot, le tipiche calzature in legno ancora oggi presentate alla fiera.

Oggi tutto il centro cittadino è coinvolto nella manifestazione, omaggio alla storia valdostana, grazie alla presenza di artigiani e aziende locali, che espongono prodotti frutto di attività tradizionali come la scultura e l’intaglio su legno, la lavorazione della pietra ollare, del ferro battuto e del cuoio, la tessitura del drap, una stoffa in lana lavorata su antichi telai di legno, merletti, vimini, oggetti per la casa, scale in legno e botti.