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L’estensione semantica di alcune parole permette una lettura su piani diversi ma complementari, come dimostra la mostra, aperta a Prato presso il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci fino al 24 ottobre, Formafantasma, cambio.

Infatti lo scopo del titolo è di dare un nuovo significato alle cose già dette, che si declina in prima persona, evocando da subito una forte volontà di azione.

Ma cambio è anche lo strato del tronco che genera il legno verso gli strati più interni, cui spetta la funzione di produrre il materiale necessario alla crescita della pianta, con un significato di crescita, rigenerazione, produzione di materiale vitale.

Ed è proprio in questa sottile sconnessura che s’inserisce il lavoro di ricerca del duo di designer italiani Formafantasma, alias Andrea Trimarchi e Simone Farresin. espatriati in Olanda, con studio ad Amsterdam, e il desiderio di tornare in Italia nel prossimo futuro.

Cambio si concentra sullo studio multi-disciplinare dell’intero ciclo di vita dei materiali, dall’estrazione alla lavorazione fino alla delicata fase della produzione, in uno spazio di lavoro comune, che permette un dialogo aperto tra il designer e gli esperti, inteso come indicatore di criticità e traghettatore di contenuti, al centro del processo di ricerca.

Questo processo è anche una parte integrante del Master in GeoDesign, utile alla creazione e diffusione di progetti di ricerca collettivi, che Formafantasma ha lanciato presso la prestigiosa Design Academy di Eindhoven.

La mostra multidisciplinare evidenzia inoltre il ruolo cruciale che il design può svolgere per la biodiversità del pianeta e la responsabilità di guardare oltre i suoi confini, per tentare di tradurre l’emergente consapevolezza ambientale in una nuova comprensione della filosofia e della politica degli alberi che incoraggi risposte informate e collaborative.

Al Centro Pecci, le riflessioni condotte dal progetto originario saranno l’oggetto d’inediti accostamenti e suggestioni ulteriori offerte dal dialogo con il contesto toscano e italiano, come il confronto con la pluriennale ricerca di Giuseppe Penone sugli alberi.

La mostra è stata commissionata da Serpentine Galleries ed è a cura di Hans Ulrich Obrist e Rebecca Lewin in collaborazione con Cristiana Perrella, Direttrice del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci.