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A Bologna dal 14 ottobre al 28 novembre si tiene la quinta edizione della Biennale di Fotografia dell’Industria e del Lavoro promossa e organizzata da Fondazione Mast con 10 esposizioni nel centro storico e una nella sede della fondazione.

Il filo conduttore di Foto/Industria 2021 è Food, un tema di fondamentale importanza per il suo inscindibile legame con macroscopiche questioni di ordine filosofico e biologico, storico e scientifico, politico ed economico.

Al centro della Biennale si trova il soggetto dell’industria alimentare:, che si sovrappone a quello delle immagini in un percorso che si sviluppa all’interno di una materia senza tempo e di stringente attualità.

Il tutto in un settore in rapido sviluppo che risponde alle più importanti trasformazioni in atto su scala globale: la questione demografica, il cambiamento climatico e la sostenibilità. Fotografia e gastronomia si fondono dalla teoria alla pratica innescando una serie di riflessioni sulla complessità della questione alimentare.

Tra i principali argomenti oggetto delle 11 mostre, che ripercorrono un secolo di storia, figurano: l’industria alimentare e il suo impatto sul territorio; il rapporto tra alimentazione e geografia; la meccanizzazione della coltivazione e dell’allevamento; la questione del grano; l’alimentazione organica e naturale; i mercati e le tradizioni locali; la pesca nei mari e nei fiumi.

Ando Gilardi, tra le figure più eclettiche e originali della storia della fotografia italiana, è il protagonista della mostra Fototeca con una combinazione di reportage fotografici e materiali estratti dal pioneristico archivio iconografico che ha fondato nel 1959, e Maurizio Montagna ha realizzato Fisheye appositamente per questa Biennale, progetto dedicato al fiume Sesia e alla sua valle presso la Collezione di Zoologia del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Bologna.

Invece Lorenzo Vitturi in Money Must Be Made fotografa Balogun, il mercato di strada di Lagos in Nigeria, uno dei più grandi del mondo, in una mostra allestita presso Palazzo Pepoli Campogrande nella Pinacoteca Nazionale di Bologna.

Da non perdere è il lavoro di Hans Finsler, considerato tra i padri della fotografia oggettiva, che realizzò nel 1928 la serie “Schokoladenfabrik” su commissione dell’azienda dolciaria Most, oggi visibile alla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna Genus Bononiae in San Giorgio in Poggiale.

Herbert List, fotografo tedesco membro della Magnum Photos, con la mostra Favignana propone 41 immagini sulla mattanza dei tonni avvenuta nell’isola nel 1951, alla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna Genus Bononiae in Palazzo Fava, nel salone Mito di Giasone e Medea e il francese Bernard Plossu ha fotografato scene di vita in tutto il mondo e ritratti legati a persone e cibo nella quotidianità in Factory of Original Desires, sempre a Palazzo Fava, nelle sale Le avventure di Enea.

Mishka Henner, con In the Belly of the Beast, propone un’esposizione sul rapporto tra uomo, animali e tecnologia in un processo incessante fatto di consumo, digestione e scarto a Palazzo Zambeccari nello Spazio Carbonesi e il giapponese Takashi Homma nella mostra M + Trails, da un lato raccoglie e mette a confronto le facciate dei negozi di McDonald’s nel mondo soffermandosi su differenze e analogie, dall’altro immortala le tracce di sangue lasciate dai cacciatori di cervi in Giappone, presso il Padiglione dell’Esprit Nouveau.

L’olandese Henk Wildschut con Food si concentra sulle più avanzate tecnologie dell’industria alimentare sviluppate per aumentare il volume della produzione a Palazzo Paltroni, mentre l’artista americana Jan Groover, con Laboratory of forms è l’oggetto di una retrospettiva a partire dalle celebri nature morte riprese nella cucina della sua abitazione, che dialogano con le opere del pittore bolognese Giorgio Morandi custodite nelle sale del Museo d’Arte Moderna di Bologna.

Infine la ricercatrice e attivista palestinese Vivien Sansour presenta Palestine Heirloom Seed Library, un progetto per salvaguardare antiche varietà di semi e per proteggere la biodiversità, a Palazzo Boncompagni.