Una domenica di primavera, sulle rive del Naviglio grande, dove la pianura finisce per sfociare nella grande Milano, dove il Naviglio riflette le casette colorate, le ville, i ponti, la Chiesa.

Gaggiano, che per una parte della mia vita è stata casa… con Albairate, AbbiategrassoRobeccoCassinetta, Magenta, tutta quella zona ai confini della grande Milano.

Lì ho passato la mia infanzia e la mia adolescenza, girellando in bici sulle rive del Naviglio, riempiendo cestini di more, cogliendo le margherite, apprezzando luoghi, che pur essendo a pochissimi chilometri dalla metropoli, hanno conservato tradizioni, consuetudini, modi di vivere ormai inusuali.

Ancora si vedono i cortili, le ringhiere, i piccoli negozi, dove la vita aveva sicuramente un ritmo diverso, più lento, forse più umano…

E’ stato davvero un piacere tornare, rivedere, ritrovare tutto, ma più bello, più ordinato, quasi rimesso a nuovo. Quanti ciclisti, grandi e piccolissimi si godevano il sole.

E’ stata davvero una gioia…..

A pochi chilometri da Milano, Gaggiano viene ricordato anche grazie al Naviglio Grande il cui scavo, avviato attorno al 1177, si concluse all’inizio in questo borgo.

Riguardo al nome, una leggenda popolare vuole che l’abitato fosse stato chiamato Gaggiano perché vi erano molte gazze; fino all’800 era, infatti, ancora noto come Gazzano o Gazano.

Il paese è attraversato dal canale artificiale del Naviglio Grande; corso d’acqua derivato dal Ticino la cui costruzione risale al 1177, era chiamato “navigium de Gaggiano” o “Gazano” e in un primo tempo arrivava fino a Castelletto di Abbiategrasso e solo nel 1233 venne fatto proseguire sino a Gaggiano e Trezzano.

Il Naviglio, che fu navigabile fin dal 1270, favorì già dal Medioevo i trasporti verso la città e, con l’apertura di numerose bocche che distribuiscono le sue acque, portò allo sviluppo dell’agricoltura e alla creazione d’insediamenti agricoli, spesso per opera di ordini religiosi, i Certosini nella frazione Vigano, i Benedettini con la Cascina Montano e le monache di Sant’Agostino a San Vito.

Il primo ponte, reso pedonale nel 1836 quando ne fu costruito un secondo più a monte, è del periodo in cui Beno de’ Gozzadini ordinò il prolungamento del canale verso Milano, venne ricostruito in pietra nel Cinquecento e rifatto solo dopo la distruzione operata dall’esercito austriaco in ritirata in seguito alla sconfitta nella battaglia di Magenta del 4 giugno 1859.

A Gaggiano, lungo il percorso del canale, furono attive fino all’Ottocento una fornace e una lavanderia, nella frazione di Carbonizza, oltre all’attracco del battello che faceva servizio di trasporto per merci e passeggeri tra Boffalora e Milano. Da non dimenticare i numerosi lavatoi, testimonianza della sua influenza nella vita quotidiana del paese.

I tre edifici di più antica data e di maggiore interesse si affacciano sul Naviglio Grande: sulla riva destra, il Palazzo Venini-Uboldi, su quella sinistra il Santuario di Sant’Invenzio e il cinquecentesco Palazzo Stampa-Aloardi o Palazzo Marino.

Gaggiano, inserito nel Parco Agricolo Sud di Milano, gode del fatto di essere uno dei comuni più verdi dell’hinterland milanese, infatti solo il 20% del territorio è stato urbanizzato, mentre il restante è da sempre impiegato nell’agricoltura, con diversi tipi di colture.

Ha mantenuto nei secoli, i suoi tratti caratteristici di borgo di campagna lombarda, con storici edifici bassi e razionali che si specchiano nell’acqua del Naviglio, conservando atmosfere d’epoca fra acciottolati, muri antichi e passeggiata sul canale.

Naviglio che in primavera ed estate è attraversato dai battelli che proprio a Gaggiano, trovano uno dei suoi approdi.

Per le sue atmosfere e caratteristiche, è stato più volte un vero e proprio set cinematografico e televisivo. Tra questi Asso Segni Particolari: bellissimo di Celentano. Un povero ricco con Renato Pozzetto.

Il Cosmo sul Comò di Aldo, Giovanni e Giacomo, I mostri oggi, film a episodi con attori vari e Un’estate ai Caraibi dei Fratelli Vanzina.