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Nel 1930 Ernest Hemingway, lo scrittore simbolo del Novecento americano, arrivò a Cuba e, dopo una serie di brevi soggiorni in hotel, compiuti tra un viaggio e l’altro in giro per il mondo, alla fine del decennio comprò sull’isola la villa detta Finca Vigía, nella quale si stabilì.

Qui Hemingway scrisse alcune delle sue opere più importanti e coltivò la passione per i gatti.

Ebbe un rapporto decisamente particolare con Cuba, di cui amava ogni cosa, dalle battute di pesca all’atmosfera decadente dell’Habana vejia, l’allegria contagiosa dei suoi abitanti all’ottimo rum bevuto nei cocktail, cui alcuni di sua invenzione, di mojito gustati nella Bodeguita del Medio e i dajquiri del Floridita, non nascondendo, lui americano di origine, le sue simpatie filo-rivoluzionarie.

Nel 1960, dopo anni passati nella pace cubana, Hemingway lasciò il paese e donò allo stato non solo la villa, rimasta intatta, ma anche una notevole quantità di documenti, circa 10mila lettere e 5mila foto, che si sono poi rivelati a dir poco preziosi per capire il suo metodo di scrivere e vivere la vita fino in fondo.

L’autore morì circa un anno dopo, il 2 luglio 1961, nella sua casa in Idaho.

Circondata da un grande parco, la Finca Vigia si trova appena fuori L’Avana, la capitale cubana, ed è ricca di oltre 9000 libri, oltre che dei discendenti di una razza di gatti a sei dita, che erano molto amici di Hemignway.

Buona parte del capolavoro Per chi suona la campana venne scritta qui, mentre Il vecchio e il mare fu interamente scritto nella solitudine delle Finca Vigia.

La struttura è imponente e costruita nello stile classico della finca, cioè la villa, cubana con il patio, enormi finestroni a quadri, pavimenti in ceramica e tanto legno.

Dopo la morte di Hemingway la casa fu custodita dal governo in sua memoria, ma iniziò a cadere in abbandono e solo nel 2005, grazie ad una collaborazione unica tra organizzazioni cubane e americane, venne restaurata.

Oggi la Finca Vigia è un museo dedicato allo scrittore americano, tutto è stato mantenuto così com’era quando Hemingway ci viveva, come la sua macchina per scrivere, Pilar, la sua barca, e una serie di lettere e manoscritti inediti.