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L’Abbazia di Montecassino è uno dei luoghi di culto più importanti del Lazio, considerato la culla del monachesimo occidentale.

Fu fondata nel 529 da San Benedetto da Norcia, su una zona, dove in tempi passati sorgevano un’antica torre e un tempio dedicato ad Apollo, per ospitare i monaci che lo seguivano da Subiaco.

Benedetto trascorse la sua vita dedicandosi ai bisognosi e predicando l’accoglienza e qui scrisse la storica Regola, con alla base i voti di castità, povertà, obbedienza e l’obbligo del lavoro.

Nel 577 l’Abbazia di Montecassino cominciò a subire le prime invasioni, come quella da parte dei Longobardi, poi fu distrutta una seconda volta dai Saraceni nell’883.

Praticamente demolita da un terremoto nel 1349 e nuovamente ricostruita nel 1366, l’abbazia assunse nel XVII secolo l’aspetto tipico del barocco napoletano ma, il 18 febbraio 1944, un potente attacco delle forze alleate rase al suolo l’intera abbazia, credendo che ci fossero nascoste truppe tedesche.

L’Abbazia di oggi fu riedificata nel corso di un decennio, recuperando tra l’altro una parte dei materiali dalle macerie, e rispecchia quello che era l’antico impianto seicentesco.

Il Chiostro d’ingresso, realizzato dove sorgeva un tempio consacrato ad Apollo è un oratorio dedicato a San Martino e, all’ultimo piano della Torre Romana vi è l’appartamento Papale.

Usciti dal Chiostro d’ingresso si entra nel Chiostro del Bramante chiamato così proprio perché la fu ideato dall’artista nel 1595, con due statue che raffigurano rispettivamente San Benedetto e Santa Scolastica.

Giungendo al Chiostro dei Benefattori si osservano i porticati risalenti al 1666 in cui sono disposte 24 grandi statue di Papi, Santi o Re che hanno donato maggior splendore all’Abbazia di Montecassino.

La Basilica, ricostruita interamente nel dopoguerra secondo le linee architettoniche e decorative settecentesche, presenta una pianta a croce latina e tre navate, due più strette e quella centrale più alta e larga.

Sugli altari si trovano tele di scuola napoletana del XVII e XVIII secolo, oltre al Coro dietro l’altare maggiore e l’organo a canne Mascioni opus 693 della costruzione originale.

La volta che sovrasta il Coro ligneo, dipinta da Stefanelli nel 1984, ha affreschi che raffigurano San Benedetto, San Paolo e San Giovanni Battista e presso l’altare maggiore sono conservate le spoglie di San Benedetto e Santa Scolastica, in una tomba riccamente decorata.

Nella Cripta si trovano la Cappella di San Mauro, discepolo prediletto di San Benedetto, la Cappella dedicata a San Placido, anch’egli discepolo di Benedetto e nell’Archivio sono conservati importantissimi documenti della vita del monastero tra cui anche il famoso Placito cassinese del 960, il primo documento che racchiude scritte del volgare italiano.

Anche nella Biblioteca sono custodite opere rare e antiche tra cui 40.000 pergamene, codici, manoscritti, il lezionario del 1068, libri di preghiera, gli incunaboli del Quattrocento, le cinquecentine e numerose rilegature e rarità bibliografiche, libri corali, disegni e stampe del Settecento e Ottocento.

Nell’Abbazia di Montecassino è presente anche un’erboristeria, dove poter acquistare prodotti e cosmetici realizzati seguendo antiche ricette benedettine.

Uscendo dalla Basilica si trova il Museo, costruito nel 1980, diviso in due piani, che conserva le testimonianze delle vicende che hanno visto protagonista l’Abbazia di Montecassino.

Tra le opere che è possibile ammirare c’è la tavola di Sandro Botticelli raffigurante la Natività, esposta nella Sala della Natività, nella sezione dedicata ai dipinti, argenti e paramenti sacri. All’interno del Museo c’è anche una Cappella del 1492, dedicata a Sant’Anna, dove si possono ammirare affreschi e un coro a tarsie lignee del XVII secolo.

Nei dintorni dell’Abbazia, è possibile anche far visita al cimitero dove sono sepolti i 1501 soldati polacchi che persero la vita nei giorni che precedettero la liberazione di Montecassino, avvenuta nel maggio del 1944.