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Un uomo dal carattere buono e pacifico, che vide la fine dell’impero russo nei primi del Novecento…

Nikolaj Aleksandrovič Romanov nacque a Carskoe Selo il 6 maggio 1868, primogenito dallo zar Alessandro III Marija Fëdorovna.

A San Pietroburgo, Nicola seguì gli studi universitari di scienze politiche ed economiche e, allo stesso tempo, quelli militari presso l’Accademia.

Nel novembre 1894, alla morte del padre, il giovane principe salì al trono e, subito dopo, sposò la gran duchessina tedesca Alice d’Assia e del Reno.

Molto presto però Nicola II si rivelò inadeguato al ruolo ricoperto, poiché la sua debole personalità ne fece un uomo esposto a ogni tipo d’influenza, divenne succube della moglie, dei suoi ministri, di avventurieri e, soprattutto, del monaco Rasputin, molto amico della zarina.

In politica estera creò un saldo legame con la Francia e nel 1898-1899 promosse la conferenza dell’Aja per la pace.

Ultimata la Ferrovia Transiberiana nel 1901, acquistò Port Arthur dalla Cina e, rassicurato sul fronte europeo, tentò un’espansione verso la Manciuria e la Corea che scatenò una guerra con il Giappone, fra il 1904 e il 1905, risoltasi in una completa disfatta, mentre montava in Russia un malcontento generalizzato che sfociò in una protesta di piazza, nel gennaio 1905, a Pietroburgo.

In poco tempo lo zar fu investito da una serie di scioperi e moti di piazza che lo spinsero a concedere libertà costituzionali e un’Assemblea legislativa, la Duma, che sciolse e ricostituì più volte.

Tuttavia le proteste non si fermarono, soprattutto da parte del partito socialista e nel 1914, spinto dalle alte gerarchie militari, Nicola II entrò nella prima guerra mondiale contro Germania e Austria e ne riportò una nuova serie di pesanti sconfitte.

Questo ennesimo insuccesso miliare, unito a una grave situazione economica e alla dilagante indigenza nel Paese, non fece che risvegliare e accrescere il malcontento fino allo scoppio della Rivoluzione antizarista, nel marzo del 1917, che spinse lo zar ad abdicare.

Una seconda rivoluzione, nel novembre successivo, portò al potere i bolscevichi che catturarono Nicola II e lo imprigionarono, con la sua famiglia, a Ekaterinburg.

A poche settimane dal compimento del suo cinquantesimo compleanno, nella notte tra il 16 e  il 17  luglio 1918, lo zar fu fucilato insieme alla moglie e ai figli Alessio, Olga, Tatiana, Maria e Anastasia, nella cantina della prigione.

Oggi la chiesa ortodossa russa venera Nicola II e la sua famiglia come Santi.