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Dal 1959 al 1968, Alberto Manzi fu il maestro della tv per i molti italiani che, nonostante l’Italia fosse in pieno boom economico, non sapevano né leggere né scrivere, o al meglio solo firmare con nome e cognome. 

Il 15 novembre 1960 la Rai mandò in onda la prima puntata della trasmissione televisiva Non è mai troppo tardi, condotta da Manzi, un corso di alfabetizzazione per adulti.

Realizzato in collaborazione con il Ministero della pubblica istruzione, il programma aveva come fine consentire agli adulti analfabeti di conseguire la licenza elementare.

Ben 35.000 persone ottennero il diploma dopo il primo anno, proseguito con diversi cicli fino al 1968, Non è mai troppo tardi terminò quando la frequenza alla scuola dell’obbligo aumentò.

Manzi ebbe il compito di portare la scuola soprattutto dentro le case di coloro che non avevano avuto la possibilità di studiare, quando l’analfabetismo non era parola astratta, anche se nel 1961 fu istituita la scuola media obbligatoria per tutti, e ogni comune, anche il più isolato, dovette provvedere a strutture per ospitare banchi, lavagne e soprattutto il personale che era reclutato alla meglio e spesso anche senza il titolo necessario.

Manzi in quegli anni fu anche autore di Orzowei, uno dei romanzi di letteratura italiana per ragazzi più tradotti al mondo.

Alberto Manzi, nato il 3 novembre 1924, era un uomo colto che fece dell’insegnamento la sua missione di vita e con un doppio diploma, magistrale e nautico, laureato in Biologia, in Magistero e in Pedagogia e Filosofia, dal 1954 prese servizio, dopo aver insegnato all’università, all’interno di quella che diventerà la sua scuola, intitolata ai Fratelli Bandiera, a Roma.

Allo stesso tempo, sempre con l’idea di aiutare gli altri, fece numerosi viaggi in Sud America, per conto dell’università di Ginevra.

In quei paesi tornò ogni anno, dal 1954 al 1977, aiutando a risolvere i problemi legati anche alla sfera socio-sanitaria e formando gruppi di studenti provenienti da tutta Italia per aiutarlo.

Nella sua vita però rimase sempre il maestro della sua scuola elementare, sperimentando con metodi sempre nuovi e innovativi.

Nei 1981 si rifiutò di redigere le introdotte schede di valutazione, che la riforma della scuola aveva messo al posto della pagella e disse “Non posso bollare un ragazzo con un giudizio, perché il ragazzo cambia, è in movimento; se il prossimo anno uno legge il giudizio che ho dato quest’anno, l’abbiamo bollato per i prossimi anni”, questo gli costò la sospensione dall’insegnamento e dallo stipendio.

L’anno dopo il Ministero della Pubblica Istruzione fece pressione per convincerlo a scrivere le valutazioni, e Manzi si mostrò disponibile a redigere una valutazione riepilogativa uguale per tutti.

Nel 1992 la Rai chiamò Manzi né L’italiano per gli extracomunitari, sessanta puntate televisive, in onda su Rai 3, per insegnare la lingua italiana agli extracomunitari.

Il maestro della tv morì il 4 dicembre 1997, nella sua casa a Pitigliano.