il primo numero della settima enigmistica arriva nelle edicole italiane 89 anni fa il 23 gennaio 19 social site 8htm6

Piero Bartezzaghi, noto anche con gli pseudonimi di Duca d’Alba, Zanzibar e Vittuone, resta ancora oggi il creatore dei cruciverba nell’Italia del secondo dopoguerra…

Nato a Vittuone il 18 novembre 1933, Bartezzaghi era il primogenito di un idraulico dipendente del Comune di Milano.

Il piccolo Piero crebbe in un ambiente dove si parlava il dialetto e conobbe la lingua italiana solo a scuola e sui libri presi in prestito da biblioteche ambulanti, divenendone grande appassionato.

A tredici anni decise di inviare un cruciverba da lui realizzato al popolare periodico illustrato La Domenica del Corriere, che lo pubblicò indicando il nome dell’autore e pochi anni dopo, nel 1949, iniziò la collaborazione con La Settimana Enigmistica.

Divenuto nel frattempo perito chimico, Piero trovò un lavoro a Ferrara presso la Montecatini, ma continuava a lavorare per La Settimana Enigmistica, della quale divenne l’autore di punta e che nel 1960, dopo oltre dieci anni di collaborazione, gli propose un posto in pianta stabile nella redazione, che accettò subito.

Dotato di grande cultura universale e padronanza linguistica, oltre che di pignoleria e anche di una memoria eccezionale, Bartezzaghi divenne il creatore di un raffinato e difficile cruciverba a schema libero pubblicato su La Settimana Enigmistica a pagina 41, firmato come P. Bartezzaghi, e conosciuto fra gli appassionati come Il Bartezzaghi.

La popolarità di questo cruciverba, e soprattutto la sua difficoltà, ben presto superarono il mondo dell’enigmistica, infatti nel 1976, Piero Mazzarella aggiunse nella commedia di Aldo De Benedetti Due dozzine di rose scarlatte la frase “Quel tale è più complicato del Bartezzaghi”.

Nella sua opera Bartezzaghi fu molto innovativo modernizzando, su suggerimento del direttore Giorgio Sisini, il linguaggio dell’enigmistica, con parole straniere, marchi commerciali, neologismi, fatti e note di attualità e politica; inoltre utilizzava l’alfabeto a 26 lettere, scandalizzando i puristi della lingua italiana, per i quali le lettere dovevano essere solo le canoniche 21.

Oltre che nell’attività di cruciverbista, Bartezzaghi sulla Settimana fu attivo negli altri settori enigmistici, si rivelò il re nella creazione di giochi crittografici e poetici, sempre sotto vari pseudonimi, i più noti dei quali sono Zanzibar, Duca d’Alba e Vittuone.

Piero Bartezzaghi divenne il destinatario di numerose lettere dalle persone più varie, anche se usava nel suo lavoro solo un dizionario di lingua italiana e le enciclopedie Garzantine, che erano sempre a portata di mano.

Malato di tumore al cervello, il grande enigmista lavorò fino a due ore prima di morire, per scongiurare la sua paura di perdere le facoltà mentali.

Bartezzaghi morì il 9 ottobre 1989, ma su La Settimana Enigmistica vennero pubblicati i suoi lavori inediti fino all’agosto 1990, quando nella composizione del Bartezzaghi lo sostituì il figlio primogenito Alessandro, ovvero, A. Bartezzaghi.

Dei tre figli che Piero ebbe con la moglie Aldina, Alessandro è il co – direttore della Settimana Enigmistica, mentre Stefano è un noto ludolinguista, saggista e collabora con La Repubblica, con la rubrica Lessico e Nuvole, mentre Paolo lavora come giornalista a La Gazzetta dello Sport.