Santa Zita di Lucca

“… ecco un de li anzian di santa Zita!”

(Inferno, XXI, 38)

Ogni 27 aprile a Lucca si ricorda la vita di una santa, che lavorò come umile serva nella Toscana medievale…

Zita nacque nel 1218 a Monsagrati nella diocesi di Lucca, da una famiglia di contadini e a dodici anni entrò come domestica nella villa della facoltosa famiglia lucchese dei Fatinelli, dove rimase per tutta la vita, divisa tra l’amore per Gesù e quello per i poveri della città.

La leggenda narra che Zita ogni tanto prendeva qualcosa dalle cibarie della cucina dei Fatinelli per distribuirle ai bisognosi che incontrava per strada.

Ma una fantesca, gelosa della sua bontà, avvertì il capofamiglia delle mancanze che spesso si verificavano nella dispensa.

Così un giorno Fatinelli incrociò Zita che, alla svelta, andava verso il portone di casa con i lembi della sopravveste tirati su come se contenesse qualcosa di voluminoso.

Il padrone chiese alla serva cosa avesse in grembo e lei, con tutta naturalezza, rispose “Fiori e fronde”.

Alla richiesta del Fatinelli di vedere più da vicino, Zita aprì il grembiule e, invece di pani e focacce, ne uscirono fiori e fronde.

L’episodio si diffuse in tutta la città e la pia donna divenne il simbolo della generosità, della carità e della misericordia di un’intera città.

E quando morì, il 27 aprile  1278, la popolazione chiese che il suo corpo fosse conservato, imbalsamato, in una cappella della chiesa di San Frediano, dove si trova oggi, e le venissero tributate grandi onoranze.

Pochi decenni dopo Dante Alighieri la citò nella sua Commedia con “… ecco un de li anzian di santa Zita!” (Inferno, XXI, 38) con il riferimento, in questo endecasillabo, ai magistrati lucchesi la cui provenienza poteva essere identificata con il nome di una donna che Dante chiama santa, anche se santa non lo era ancora.

La canonizzazione, infatti, avvenne nel 1696, per iniziativa di papa Innocenzo XII.

Nel 1846 fu innalzato un oratorio a Santa Zita nel punto dove si trovava la casa dei suoi genitori, e si dice che sia stato costruito utilizzando le medesime pietre dell’abitazione deve era nata.

Intorno alla metà del secolo scorso, papa Pio XII elesse Zita patrona delle domestiche, delle casalinghe e dei fornai.

Attualmente sono molteplici le iniziative laiche e religiose per la memoria e il culto di Zita, infatti, nella settimana del 27 aprile, in alcune piazze di Lucca si allestiscono grandi infiorate in armonia con il carattere del suo miracolo, mentre a Monsagrati, la sera e la notte della vigilia, si accendono grandi falò nei campi e, il pomeriggio seguente, c’è una solenne processione.

Nella chiesa di San Frediano, contemporaneamente, si espone il corpo della santa, da sempre considerato come il simbolo della religiosità lucchese.