Nella grande Stresa della fine dell’Ottocento c’era una donna, bionda e dall’aria decisa, che diede il nome alle celebri Margheritine di Stresa, era la Regina Margherita di Savoia, moglie di Umberto I e madre di Vittorio Emanuele III.
Margherita di Savoia nacque a Torino nel 1851, figlia di Ferdinando di Savoia, duca di Genova e fratello di Vittorio Emanuele II e di Maria Elisabetta di Sassonia.
Orfana del padre all’età di quattro anni, crebbe lontana dalla corte, con la mamma e il fratello Tommaso ed ebbe l’educazione che i Savoia riservavano alle donne, pittura e musica che la piccola amò fin da piccola.
Un giorno Vittorio Emanuele II, incontrando quasi casualmente Margherita, ormai diciassettenne, si accorse di quanto fosse cresciuta e decise di darla in sposa al figlio Umberto.
Bionda, alta, abbastanza bella ma con gambe piuttosto corte, sensibile e orgogliosa profondamente religiosa, conservatrice in politica, Margherita fu la prima regina d’Italia.
Prima e durante il matrimonio, Umberto ebbe molte avventure galanti, come quella con la contessa Cesarini Galli Hercolani, che gli diede un figlio, ed Eugenia Attendolo Bolognini, alta, formosa, occhi blu e capelli neri.
I reali fecero un viaggio attraverso l’Italia per farsi conoscere e per diventare il simbolo dell’unione, che si rivelò un successo, grazie a Margherita, che seppe accattivarsi le folle indossando i costumi regionali e dimostrando di apprezzarne cultura e tradizioni.
A Margherita furono dedicati negli anni una salina, una grande macchina oggi a Milano nel museo della scienza e della tecnica, e perfino una città.
Il 21 luglio 1900 un anarchico, Gaetano Bresci, proveniente dall’America, uccise il re a Monza con tre colpi di pistola, parte per vendicare i fatti di Milano e la medaglia al generale Bava Beccaris.
Allestita la camera ardente, Margherita fece chiamare la Bolognini e la lasciò sola con Umberto mentre il figlio, Vittorio Emanuele, subito avvertito, partecipò alle esequie senza versare nemmeno una lacrima.
Dopo la morte del marito, la regina si dedicò a opere di beneficenza, incoraggiò artisti e letterati e fondò istituzioni culturali nella Villa Margherita di Bordighera, in Liguria, dove passarono artisti, letterati, nobili e uomini di mondo.
Poi venne la guerra e la regina madre dovette presenziare a molte cerimonie in memoria dei caduti che ebbero luogo in località come Seborga, Borghetto San Nicolò, Sasso, San Biagio, Ospedaletti, San Remo.
All’avvento del fascismo Mussolini fu amichevole con Margherita e lei dichiarò più volte, in varie interviste, la sua simpatia verso il Duce, di cui riconosceva ed elencava quelli che riteneva fossero i suoi meriti.
La regina negli ultimi anni aiutò i matrimoni delle nipoti, e partecipò alle cerimonie e ai festeggiamenti, come il matrimonio di Mafalda con Filippo d’Assia.
Tornata a Bordighera, Margherita fece le sue ultime apparizioni pubbliche, prima di morire il 4 gennaio 1926.