Un artista dimenticato che aveva dedicato alcune sue opere a rendere più sereni i bambini malati.

Nel dormitorio del padiglione dei bambini dell’ospedale di Somma Lombardo, in provincia di Varese, tanto tempo fa, sui muri vivevano i personaggi e le illustrazioni di un grande disegnatore del Novecento, Antonio Rubino, che allora pubblicava sul Corriere dei Piccoli.

L’attuale ospedale che oggi è usato per i servizi di guardia medica, Avis e Croce Rossadi Somma, fu edificato nel 1931 per i bambini, poi fu trasformato dieci anni dopo in un reparto maternità, decorato con i personaggi di Rubino.

Oggi di quei dipinti, scomparsi per la disattenzione, ma anche per il non voluto riconoscimento del valore di quelle illustrazioni, restano soltanto alcune cartoline, con le fotografie dell’epoca ricche di buffi personaggi e infantili filastrocche in rima, generalmente di argomento didattico.

Antonio Rubino era nato a Sanremo il 15 maggio 1880 e, con una serie di poesie burlesche e poemi grotteschi, si fece notare fin dall’adolescenza.

Nel 1903 conseguì la laurea in Giurisprudenza, ma subito iniziò a lavorare a una serie d’illustrazioni ricche di un forte gusto per il macabro e di uno stile influenzato dall’Art Nouveau.

Estraneo al movimento futurista, anche se ne condivideva l’interesse per il mondo moderno, Rubino iniziò ad avvicinarsi alla’editoria e alla letteratura per l’infanzia e nel 1907 cominciò a disegnare le copertine per Il giornalino della Domenica, settimanale per bambini fondato da Luigi Bertelli, alias Vamba, il creatore di Il giornalino di Gian Burrasca.

L’anno seguente fu chiamato da Silvio Spaventa Filippi per lavorare all’appena nato Corriere dei Piccoli, supplemento domenicale per bambini del Corriere della Sera, che debuttò in edicola il 27 dicembre 1908.

Rubino per la testata illustrò alcuni racconti e scrisse i versi che corredavano le vignette, oltre a un gran numero di personaggi, senza legarsi a una sola serie, ma sempre facendosi notare per l’originalità delle storie e l’inesauribile vena creativa.

Negli anni seguenti, oltre al Corriere dei Piccoli, il disegnatore collaborò con L’Avanti!, L’Auto d’Italia, Il Risorgimento Grafico e La Lettura, oltre ad illustrare diversi libri, come i racconti di Andersen edito da Bemporad nel 1911 e durante la prima guerra mondiale era scrittore e disegnatore al giornale di trincea per soldati La Tradotta.

Dopo la fine del conflitto, Rubino diresse Il Balilla (1926), fondò Mondo Bambino (1929) Mondo Fanciullo (1933), oltre a collaborare con Il Cartoccino dei Piccoli e diresse per Mondadori Topolino, Albi d’Oro, I Tre Porcellini e Paperino.

Al termine della seconda guerra mondiale il disegnatore collaborò a Bambola, Gazzetta dei Piccoli e Modellina (1947) e nel 1949, a Sanremo, fondò Il Gazzettino della Riviera dei Fiori, che poi fu Il Gazzettone e oggi è La Gazzetta di Sanremo.

Rubino si dedicò anche alla scrittura e all’illustrazione di racconti per i più piccoli, come I balocchi di Titina (1912), Viperetta (1920), Tic e Tac (1920), Fata Acquolina (1922), la serie La scuola dei giocattoli (1922), Il giardino di Fiorella (1926), Caro e Cora (1928), Il frottoliere (1929), Fiabe quasi vere (1936), Pupi giocattolo infelice (1938) e Il collegio La Delizia (1939) scritto da Renato Simoni e illustrato da Rubino, oltre ai racconti di Le cronache del futuro, pubblicati a puntate sul Corriere dei Piccoli dal 1932 al 1934.

Ma il disegnatore fu anche regista, nel 1941 realizzò Il paese dei ranocchi, cortometraggio che venne premiato alla Mostra del Cinema di Venezia, poi lavorò a Crescendo Rossiniano, andato perduto durante la guerra, e nel 1955, con una macchina da presa sinalloscopica di sua invenzione, realizzò I sette colori.

Sempre attivo fino all’ultimo, Antonio Rubino morì a Baiardo nel 1964.