In Italia ormai da una decina d’anni i monopoli di Stato AAMS controllano instancabilmente il web per stroncare sul nascere i siti internet che propongono scommesse e videolottery senza autorizzazione e senza quindi pagare le tasse in Italia.
I player maggiori d’oltremanica hanno dovuto aprire filiali ad hoc e chiedere regolari autorizzazioni per esercitare dalle Alpi all’Etna. Giocava in casa ed infatti rimane nella top 5 dei maggiori player il Sindacato Nazionale Agenzie Ippiche, questo l’acronimo preferito tra coloro che scommettono nelle agenzie.
Due i profili di tassazione per le scommesse, reali o virtuali: ci sono le giocate a base sportiva dove la parte del leone la fa il calcio, in queste settimane sulla Champions League e l’Europa League oltre che su serie A, serie B e Premier League.
Tale tipo di pronostici a quota fissa hanno l’applicazione dell’Imposta Unica che si applica alla raccolta al netto dei diritti fissi e ricevitori con aliquota del 33,84%. Cioè se si scommettono 10 euro, 3 euro circa vanno dritti dritti nelle casse dello Stato.
Più pesante la mano dello Stato invece per quanto riguarda la tassazione delle corse dei cavalli: in agenzia ed anche online si può scommettere infatti sulle grandi corse del galoppo francese o britannico, ma anche sul trotto nostrano.
In quel caso la tassazione è più articolata: le scommesse ippiche a quota fissa e il V7, ad entrambe si applica l’Imposta Unica. Per le scommesse ippiche a quota fissa la base imponibile è il margine lordo con l’aliquota del: 43% per la raccolta su rete fisica e 47% per la raccolta a distanza.
Per il V7 l’imposta si applica alla singola posta di gioco con l’aliquota al 15%. Il numero degli scommettitori, specie da quando ci sono le app che permettono di scommettere praticamente da ogni luogo ed in qualsiasi momento, in Italia è in costante aumento negli ultimi dieci anni, mentre cala per gli appassionati del gioco sulle gare ippiche, immortalati già con un pizzico di nostalgia dal film “Febbre da cavallo”.
Da capire poi che effetti avranno le recenti previsioni di legge che prevedono una graduale diminuzione della pubblicità dell’online betting dal prossimo primo gennaio.
Da capire ad esempio se tale divieto sia aggirabile attraverso i social network e l’effettività di tale divieto sui molti influencer che sulla promozione di sistemi più o meno infallibili ci stanno facendo una fortuna. Insomma se una volta s diceva “fate il vostro gioco” adesso si dice sempre di più fate il vostro click.
E lo Stato ci fa un sacco di gettito fiscale.