L’Almanacco di Barbanera, fin dalla fine del Settecento, racconta per il nuovo anno, oltre a un calendario da parete, le previsioni meteorologiche e le fasi lunari, previsioni astrologiche di ogni segno zodiacale, consigli di ogni genere, proverbi e aneddoti, curiosità e ricette che arrivano da tutta la penisola italiana e non solo.

Barbanera fece il suo debutto a Foligno nel 1762 sotto forma di un semplice foglio, da allora la sua evoluzione e l’originalità dei suoi contenuti l’hanno reso, oltre che molto popolare, il più famoso Almanacco di sempre.

Il suo nome deriva dalla figura maschile che compariva nelle edizioni più antiche, un uomo dalla folta barba nera definito come astronomo, astrologo e filosofo, con gli strumenti di lavoro.

Insieme alla figura di Barbanera c’erano dei versi in rima che rappresentavano la sua vocazione: “Gli astri il sole e ogni sfera / or misura Barbanera / per poter altrui predire / tutto quel che ha da venire”.

Il primo editore-tipografo a pubblicare la versione in opuscolo dell’almanacco fu Campitelli e nel XIX secolo un suo erede lo rese popolare, diffondendo i lunari in Italia.

Altri editori di Foligno stamparono quattro versioni distinte di Barbanera così, per far fronte alla competizione, fu stipulato un accordo tra i tipografi per immettere sul mercato un almanacco di Barbanera che presentava in tutto le tradizioni e il modello introdotto da Campitelli.

Da Campitelli l’edizione dell’almanacco passò a Salvati, successivamente, grazie all’unificazione delle due tipografie, nacque la casa editrice Campi, oggi Editoriale Campi, che ottiene i diritti del marchio Barbanera.

Con tempo l’almanacco, grazie alla sua diffusione e al fascino misterioso della figura di Barbanera, diviene il sinonimo stesso di almanacco e lunario e oggi Barbanera esce come almanacco e calendario da parete, inoltre tra libri e tascabili lo si trova sia in edicole che nelle librerie.

Ma la tradizione storica, gli archivi, libri, raccolte di documenti, materiali di stampa e tutta la tradizione legata alla figura di Barbanera, sono conservati dalla Fondazione Barbanera 1762, un ente no profit per lo studio e a valorizzazione della cultura dei lunari nato per volontà dell’editore Feliciano Campi, che racchiude la storia dell’almanacco, dalla sua nascita e il suo successo nel corso degli anni dove, oltre alle varie raccolte, ci sono collezioni di almanacchi, calendari e testimonianze editoriali.

Alla Fondazione Barbanera 1762 sono conservati 356 pubblicazioni tra almanacchi a libretto e lunari da parete pubblicati dal 1762 al 1962, la cui collezione è stata riconosciuta dall’Unesco, nel 2015, come un patrimonio documentato dell’umanità, oltre ad essere il simbolo di un genere letterario che ha contribuito a creare la cultura di massa e l’identità d’intere nazioni.