Edward Hopper (1882 – 1967) fu uno dei maggiori artisti del Novecento, noto soprattutto per i quadri raffiguranti scene di vita urbana, ma nessuna mostra si era concentrata sulla visione che Hopper propose del paesaggio americano.

Fino al 17 maggio la Fondation Beyeler di Basilea presenta una mostra che allinea iconici paesaggi a olio e una selezione di acquerelli e disegni, è la prima volta che opere di Hopper vengono esposte nella Svizzera tedesca.

Hopper nacque a Nyack, New York, dopo essersi formato come illustratore, seguì fino al 1906 corsi di pittura presso la New York School of Art, oltre a coltivare lo studio della letteratura tedesca, francese e russa, studiando pittori come Diego Velázquez, Francisco de Goya, Gustave Courbet ed Édouard Manet, che diventarono per lui dei referenti.

Sebbene avesse lavorato a lungo come illustratore, Hopper giunse alla fama grazie ai suoi dipinti a olio che testimoniano la sua propensione per gli effetti cromatici e il virtuosismo nel rappresentare luci e ombre.

Inoltre Hopper fece scaturire dalle sue tele un’estetica che avrebbe fortemente influenzato non solo la pittura ma anche la cultura popolare, la fotografia e il cinema.

L’idea per questa mostra è nata con la cessione alla Collezione Beyeler di Cape Ann Granite, un paesaggio di Edward Hopper del 1928, che per decenni aveva fatto parte della notissima Collezione Rockefeller, parte di un periodo in cui critici, curatori e pubblico presero a seguire Hopper con crescente interesse, fino a invitarlo nel 1929 a partecipare alla seconda rassegna del Museum of Modern Art di New York intitolata Paintings by Nineteen Living Americans.

I paesaggi americani di Hopper sono composizioni di limpida geometria, che strutturano i dipinti in senso orizzontale e rappresentano l’aspirazione dell’uomo a misurarsi con la vastità degli spazi, come il quadro intitolato Cape Cod Morning del 1950, dove la donna intenta a guardare fuori da un bovindo, il viso illuminato dal sole, sta vedendo qualcosa che lo spettatore non può scorgere perché esterno allo spazio pittorico. Ai paesaggi visibili di Hopper si contrappongono sempre i paesaggi interiori invisibili e soggettivi dell’osservatore.

I paesaggi di Hopper comunicano sensazioni di disagio e minaccia, che denunciano nella sua opera anche l’intrusione brutale dell’uomo nella natura in un’America malinconica, segnata anche dai lati oscuri del progresso, divenuto popolare soprattutto nella sua versione cinematografica, da Intrigo internazionale (1959) di Alfred Hitchcock a Paris, Texas (1984) di Wim Wenders fino a Balla con i lupi (1990) di Kevin Costner.

Per coronare la mostra il regista Wim Wenders ha realizzato un cortometraggio in 3D dal titolo Two or Three Things I Know about Edward Hopper, un omaggio personale di Wenders a Hopper, figura che ha lasciato nel regista una traccia durevole influenzandone l’opera filmica, raccogliendo impressioni poi condensatesi nel film concepito.

La mostra comprende 65 opere dell’artista eseguite a partire dal 1909 fino al 1965, ed è organizzata dalla Fondation Beyeler in collaborazione con il Whitney Museum of American Art, New York, che accoglie la più grande collezione di Hopper esistente al mondo.

Orari: Tutti i giorni 10 – 18 | Mer 10 – 20

Biglietto: Intero CHF 25 | Ridotto CHF 20 / CHF 12