Le Olimpiadi di Los Angeles furono la seconda edizione dei Giochi in America dopo la fallimentare esperienza di St. Louis 1904.

L’America subiva le conseguenze della grande depressione economica, ma l’organizzazione fu di buon livello e per la prima volta gli atleti soggiornarono in un vero villaggio olimpico, mentre le partecipanti del sesso femminile furono sistemate in un albergo.

Erano 1332 i partecipanti, dei quali 126 donne e 37 le nazioni in gara.

Il numero degli atleti si ridusse rispetto all’Olimpiade precedente, per la lontananza del continente americano ma anche per i nuovi regolamenti, che non permettevano alle nazioni di schierare più di tre atleti per ogni gara.

Qualche novità fu introdotta in questa edizione dei Giochi, infatti per la prima volta si percorsero 50 km di marcia, le gare si svolsero nei tradizionali quattordici giorni, un lasso di tempo adottato anche oggi e fu introdotto il fotofinish e il calcolo dei centesimi di secondo per i risultati finali.

Nelle gare di atletica, la produzione dei cronometri fu affidata per la prima volta a una ditta privata, l’Omega, che fornì i giudici di trenta cronometri certificati dalla IAAF, grazie ai quali si calcolavano i tempi dei primi tre classificati, come non accadeva dai Giochi del 1912.

Inoltre, venne adottato per la prima volta il sistema di falsa partenza che rimarrà in vigore per molti decenni e, in base alla nuova regola, a un singolo atleta era permessa soltanto una falsa partenza, alla seconda scatta la squalifica.

Fece il suo debutto anche il tabellone segnaletico sugli spalti, dove il pubblico può vedere in tempo reale i risultati degli atleti.

Nonostante le innovazioni, gli errori dei giudici furono davvero incredibili.

Ad esempio nella gara delle 3000 siepi fu percorso un giro in più, ma il risultato fu comunque omologato, dato che le corsie non erano state disegnate a dovere.

Nei 200 m, il vincitore percorse 198 m totali, mentre il terzo classificato ne corse 201 e, nella finale di scherma femminile, fu la britannica Judy Guinness a spiegare ai giudici di aver subito due stoccate non viste dall’avversaria, retrocedendosi alla seconda posizione a favore dell’austriaca Ellen Preis-Muller mentre, nella gara di lancio del disco, il giudice si lasciò distrarre dalle prove di salto con l’asta che si stava svolgendo in concomitanza, con come conseguenza l’annullamento del lancio del francese Jules Noel, che avrebbe vinto la medaglia di bronzo con la sua prestazione.

Nelle gare di atletica maschile, il protagonista fu il velocista americano Eddie Tolan, vincitore di 100 e 200m, mentre fu molto particolare il risultato della gara più veloce, decisa per la prima volta al fotofinish, così Tolan e Metcalfe  terminarono la prova a pari merito in 10″38, ma il primo fu decretato vincitore grazie al fotofinish.

All’italiano Luigi Beccali tocco invece l’oro dei 1500m.

Per l’atletica femminile, erano sei le specialità, con il lancio del giavellotto e gli 80 metri a ostacoli inseriti fra le prove olimpiche.

Nella ginnastica per l’Ungheria si distinse Istvàn Pelle con due ori e tra gli azzurri non possiamo non citare Savino Guglielmetti, con un oro al volteggio e nel concorso a squadre, e Romeo Neri, oro alle parallele, nel concorso individuale e nel concorso a squadre.

Nel nuoto femminile fu il Giappone a stravincere, ma l’atleta che si distinse fu la statunitense Helene Madison, capace di vincere tre ori nei 100m sl, 4x100m sl e 400 sl.

Nella scherma l’Italia ebbe 2 ori, 4 argenti e 2 bronzi.

Il medagliere generale vide primi gli Stati Uniti, con 41 ori, ma l’Italia fu seconda 36 medaglie ripartite nei tre gradini del podio.

L’exploit azzurro fu possibile grazie alla pratica del dilettantismo statale, dove  si permetteva agli atleti migliori di vivere di sport, essendo pagati e mantenuti dallo stato per le proprie prestazioni.

Queste modalità furono poi riprese dalla Germania e da molti paesi del blocco sovietico.