Per anni sulle reti Rai l’estate vedeva l’arrivo di Giochi senza frontiere, simbolo di un’Europa unita per il solo gusto di giocare….

Tutto ebbe inizio verso la metà degli anni Sessanta, quando in Italia andava in onda Campanile Sera dove, in collegamento con diverse località italiane, ci si cimentava in sfide e giochi di abilità nella piazza centrale del borgo raccontato nella puntata.

L’idea del programma ebbe così successo che fu esportata oltralpe, dove prese il nome di Intervilles.

A questo punto il presidente francese Charles de Gaulle ebbe un’idea, quella di promuovere una serie di giochi televisivi per far incontrare i francesi con i tedeschi, per migliorare le relazioni sociali tra i due paesi.

Fu così che l’Unione Europea di Radiodiffusione ideò il programma, che in Italia prese il nome di Giochi senza frontiere, il primo evento televisivo mai trasmesso in eurovisione.

Il collegamento internazionale dei Giochi aveva una sigla caratteristica che precedeva e seguiva la trasmissione, poi proposta anche per altre eurovisioni come le partite dei Mondiali, altri eventi sportivi, i messaggi e le celebrazioni del Papa, ma anche per l’Eurovision Song Contest, il Festival di Sanremo o lo Zecchino d’Oro.

Giochi senza frontiere divenne con gli anni la coproduzione europea più longeva della storia televisiva, che andò in onda ogni estate, fino al 1982 senza pause per poi riprendere, dal 1988 fino al 1999, quando ne fu decretata la chiusura.

Presentatori della prima edizione dei Giochi erano Giulio Marchetti ed Enzo Tortora, poi negli anni successivi si alternarono presentatori come Milly Carlucci, Ettore Andenna, Michele Gammino, Claudio Lippi, Simona Izzo e Maria Teresa Ruta.

Nel regolamento dei giochi era prevista la presenza di due arbitri di gara che, fin dalla prima edizione e per tutti gli anni Ottanta, erano Guido Pancaldi e Gennaro Olivieri, poi sostituiti dal francese Dennis Pettiaux, arbitro fino all’ultima edizione dei Giochi.

Ciascuna puntata era trasmessa da una delle località partecipanti, ad eccezione delle prime puntate, dove i giochi si svolsero, come in Campanile sera e Intervilles, in due città per puntata.
Alla prima edizione parteciparono Belgio, Francia, Germania Ovest, Italia, le scenografie e i costumi che indossavano le squadre, s’ispiravano alla tradizione del luogo dove si sarebbero tenute le sfide.

Il successo dell’iniziativa portò nel tempo nuove adesioni, infatti il 1978 vide con la partecipazione della Jugoslavia, seguita poi nel 1992 dalla Cecoslovacchia, nel 1993 l’Ungheria e la Slovenia nel 1994.

Ciascuna puntata vedeva prove di squadra su esercizi di abilità, originali e bizzarri, che richiedono una certa preparazione fisica, che le nazioni in gara affrontavano per accumulare il massimo punteggio.

L’ideazione delle scenografie, dei costumi, dell’impianto dei giochi fu di Armando Nobili, lo scenografo milanese noto per la scenografia di sceneggiati televisivi famosi come I promessi sposi.

Con Nobili lavorava anche l’autore dei Giochi, Popi Perani, che preparava le sfide in modo minuzioso, al punto che visitava la città ospitante per comprenderne la tradizione e riproporre temi locali in modo scherzoso, all’interno delle sfide a squadra.

Tra le edizioni speciali dei Giochi senza frontiere da ricordare quella del 26 dicembre 1990 a Macao, una colonia portoghese, poi tornata alla Cina nel 1999, che desiderava raccontare le sue tradizioni europee.

La puntata fu vinta a pari merito da Bergamo e Traù con 46 punti e seguirono, a pari merito per il terzo posto, San Marino e Guimarães con 34 punti, Jaca con 30 e ultima Macao, organizzatrice dei Giochi, con 20 punti.