La chiesa di San Bartolomeo a Rosignano
Una piccola chiesa, poco nota ma degna di rilievo, tra le colline di quella zona piena di verde tra Lombardia e Piemonte…
Prima ancora che Rosignano Monferrato, tra le colline delle Langhe, diventasse un libero comune c’era, dove oggi c’è il Castello della Colma, un antico monastero benedettino con annessa chiesa dedicata a San Bartolomeo, detto il Monasterium Sancti Bartolomei de Cellis.
All’abbazia fu aggiunto in seguito il Beneficio di San Pancrazio, per formare una commenda di 120 moggia di terreno.
Dal XVI secolo però i frati cominciarono ad abbandonare il luogo, così nel Settecento si ritrovarono a godere del beneficio, col titolo di abati, solo gli ecclesiastici di famiglia signorile.
Dal 1713 al 1735 il beneficio fu una prerogativa del Conte Guidobono Giuliano di Roma e nel 1801, con l’entrata in vigore delle leggi francesi, il beneficio venne mentre il nuovo oratorio del dottor Cantamessa stava per essere ultimato, ma la sua inaugurazione avvenne solo nel 1834.
Il medico Giacomo Cantamessa, la cui tomba si trova nella Cappella di San Bartolomeo, con il testamento del 15 settembre 1843 fondò una comunità laica in questa chiesa divenuta di sua proprietà, con il titolo di San Bartolomeo, per far celebrare una Messa in tutti i giorni festivi e di precetto e inoltre aprì una scuola per il catechismo ai ragazzi.
Con una legge del 5 agosto 1867 furono però soppressi i benefici della cappellania e l’avvocato Luigi Cantamessa non solo svincolò l’appezzamento di terra fissato dal fondatore, ma sospese anche la celebrazione della messa.
Contro questa decisione, il 20 febbraio 1889, si appellarono Don Giovanni Bonelli, il parroco di Rosignano, Ernesto Cantamessa, fratello di Luigi, Caterina Martinotti e Gabriele Caprioglio fu Pietro, e con una sentenza del Tribunale di Casale l’avvocato Luigi Cantamessa fu condannato e obbligato ad adempiere le volontà testamentarie di Giacomo.
Ancora oggi, a distanza di secoli, gli abitanti della Colma continuano a gestire autonomamente la comunità, assicurando l’attività della chiesetta con le offerte e con la stessa devozione dei loro predecessori.
