Una Pinacoteca a cielo aperto, l’arte che accompagna il cammino, i colori che regalano vita alle stradine di quest’antico borgo.

Un tempo Arcumeggia, piccolo borgo in provincia di Varese, era un agglomerato di case rurali con un’economia basata sulla pastorizia, che rappresentò per secoli la fonte di sostentamento degli abitanti, oltre all’allevamento del bestiame, soprattutto di capre.

Arcumeggia rimase un comune autonomo fino al 1927, quando la riforma amministrativa delle municipalità lo unì al Comune di Casalzuigno.

Fin dalla seconda metà del secolo XIX la comunità visse il problema dell’emigrazione, quando tutti gli uomini validi, non esclusi i ragazzi e i bambini, lasciarono le loro case per raggiungere la Svizzera, la Germania e la Francia, dove lavoravano come manovali, muratori, decoratori, scalpellini, per aiutare le famiglie rimaste al paese.

Svuotato dall’emigrazione Arcumeggia, fu scelta come la sede della manifestazione Pittori in vacanza, che avrebbe visto l’arrivo nel paese di artisti capaci di rilanciare l’arte figurativa, in contrapposizione alle avanguardie astratte e informali.

L’idea originale di una Pinacoteca all’aria aperta piacque e dal 1956 cominciò la Galleria dell’Affresco, e l’anno dopo fu costruita la Casa del Pittore, luogo di soggiorno per gli artisti.

Da allora, un artista di fama in estate fu ospite di Arcumeggia e s’impegnò, durante la permanenza, a realizzare sulle pareti delle case un affresco, come Aligi Sassu, Remo Brindisi, Gianni Dova, Aldo Carpi, Umberto Faini, Eugenio Tomiolo, Francesco Menzio, Fiorenzo Tomea, Giovanni Brancacio, Enzo Morelli, Bruno Saetti, Ferruccio Ferrazzi, oltre a pittori locali quali Innocente Salvini, Antonio Pedretti e Albino Reggiori.

All’interno della Casa del Pittore, dove gli artisti possono lavorare ai bozzetti di preparazione degli affreschi, sono custodite varie opere tra sinopie, stendardi, mattonelle autografe, formelle, dipinti, cartoni preparatori, schizzi su carta e altro a testimonianza dell’ospitalità data al pittore.

Il primo pittore fu Achille Funi che dedicò alla fede della gente di Arcumeggia una dolcissima Madonna in una piccola edicola nello slargo di accesso al paese, mentre Gianfilippo Usellini con il Ritorno dell’emigrante rispecchia la speranza degli abitanti di un paese spopolato, all’opposto di Giuseppe Migneco con la Partenza dell’emigrante.

L’omaggio alla tradizione ciclistica molto forte nel Varesotto è di Aligi Sassu con Corridori, dove Coppi, Bartali, Magni e altri storici assi del pedale, affrontano una salita, mentre Remo Brindisi dipinse Abitanti e lavori del posto, il più grande affresco, oggi un po’ sbiadito.

Una Corrida di Gianni Dova è di fronte alla Locanda del Pittore poi tra le stradine si vedono bei lavori di Umberto Faini, di Brancaccio e di una decina di pittori.

Tra le attrattive del paese c’è il Sagrato della Chiesa di Sant’Ambrogio, dove si possono vede gli affreschi delle 14 stazioni della Via Crucis dipinte da undici pittori diversi.

Molto suggestivi sono gli antichi cortili che conservano testimonianza dei Corsi Estivi di Affresco tenuti qui ad Arcumeggia fin dal 1961, che hanno visto la partecipazione di giovani provenienti dalle Accademie d’Arte di tutta Italia e dall’Europa.

 

Per Informazioni: http://www.arcumeggia.it/