camille claudel

Una donna libera nella Francia di fine Ottocento…

Camille Claudel nacque nel villaggio di Villeneuve-sur-Fère in Piccardia l’otto dicembre 1864, da Louis-Prosper Claudel, funzionario delle imposte e Louise-Athanaïs Cerveaux, figlia di un medico.

Seconda di quattro figli, Camille cominciò fin da bambina a impastare l’argilla che trovava, affascinata dai mostri che vedeva nelle rocce di Geyn, una foresta situata nelle vicinanze.

Nel 1876 la famiglia si trasferì a Nogent-sur-Seine, per una promozione del padre, e Camille prese le sue prime lezioni dallo scultore locale Alfred Boucher, oltre a lavorare a opere ispirate ai grandi conquistatori, ai paesani, ma il suo modello preferito era il fratello Paul, poi diventato un famoso poeta.

Quando compì 17 anni, nel 1881 Camille convinse il padre a trasferire la famiglia a Parigi perché desiderava imparare a scolpire e, nonostante l’opposizione della madre, guidata dal maestro Alfred Boucher seguì corsi di scultura all’accademia Colarossi e aprì un atelier in rue Notre-Dame-des-Champs con tre amiche inglesi.

Nel 1883 Boucher partì per l’Italia e chiese ad Auguste Rodin di sostituirlo per le lezioni agli studenti.

Rodin, di 24 anni più vecchio di Camille, rimase abbagliato dalla sua bellezza e abilità e tra i due scultori nacque subito un legame unico, dove l’allieva Camille fu modella, sbozzatrice, amante, emulatrice e ispiratrice di Rodin, nel suo atelier di rue de l’Université.

Durante il periodo in cui i due lavoravano insieme con passione e complicità, la mano di Camille e quella di Rodin diedero vita ad alcune tra le più geniali opere del maestro, come La porte de l’infer, La Tête d’esclave, L’Avarice et la Luxure, l’Homme aux bras croisés, Giganti e L’Homme penché.

Nel 1887 Camille lasciò la sua famiglia e andò a vivere in un atelier presso in affitto per lei da Rodin, in Boulevard d’Italie e un anno dopo vinse il premio della Società degli artisti francesi con l’opera Sakountala.

Ma nel 1892 la partenza del fratello Paul per gli Stati Uniti spinse Camille a liberarsi dal legame con il suo maestro e affittò un atelier per se in Boulevard d’Italie, dove lavorò a capolavori come La Valse, Clotho e La Petite Châtelaine.

Influenzata dall’arte giapponese, Camille in questo periodo creò Causeuses, in marmo e onice, Vague, in onice, Profonde Pensée et Rêve au coin du feu.

Nel gennaio 1899, Camille si trasferì all’Ile Saint Louis, in quai Bourbon ed Eugène Blot, il suo mercante e caro amico, acquistò i diritti di riproduzione di una ventina di gessi per commercializzarli in bronzo.

Dal 1906 la scultrice visse sola nel suo atelier in Boulevard d’Italie, dove il suo unico passatempo era guardare dalla finestra la vita della strada, da cui trasse diversi spunti per il suo lavoro, mentre era ossessionata dal ricordo di Rodin e lo accusò di averle rubato le idee e le opere.

Il 2 marzo 1913 morì suo padre, che aveva sempre sostenuto la vocazione della figlia, e la madre e il medico di Camille, ritenendola impazzita, il 10 marzo le fecero rinchiudere a Ville-Evrard.

Durante la seconda guerra mondiale Camille venne spostata a Montevergues, in Provenza, dove morì a 79 anni, il 19 ottobre 1943, lontana dalla madre e dal fratello Paul.