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The Voice, il mito della musica americana del secondo dopoguerra…

Frank Sinatra nacque a Hoboken, nello stato del New Jersey, il 12 dicembre 1915, visse un’infanzia difficile con la madre Dolly, di origini liguri, che faceva la levatrice e il padre Martin, pugile dilettante di origini siciliane e vigile del fuoco.

Da ragazzino Frank fu costretto da esigenze economiche a fare i lavori più umili, prima lo scaricatore di porto e poi l’imbianchino e strillone, ma a  sedici anni fondò una band, i Turk.

Frank Sinatra è passato alla storia come The Voice, per il suo inconfondibile carisma vocale.

Durante la sua carriera incise più di duemiladuecento canzoni per un totale di 166 album, dedicandosi anche, con fortuna, al grande schermo.

Solamente tra il 1947 e i primi anni Cinquanta ebbe una breve crisi professionale dovuta a un malore che colpì le sue corde vocali, ma il momento di appannamento fu superato brillantemente grazie al film di Fred Zinnemann Da qui all’eternità, con cui conquistò l’Oscar come Migliore Attore non Protagonista.

Famoso latin lover, si sposò quattro volte, la prima con Nancy Barbato, dal 1939 al 1950, dalla quale ebbe tre figli, Nancy, Frank Jr. e Christina.

Poi, dal 1951 al 1957, Sinatra ebbe un’intensa storia d’amore con Ava Gardner, che riempì le cronache rosa dei giornali del tempo con un tumultuoso matrimonio.

Nel 1966 sposò l’attrice Mia Farrow, da cui divorziò dopo soli due anni.

Dal 1976 fino alla sua morte ebbe come compagna l’ultima moglie, Barbara Marx, anche se la stampa continuò negli ultimi anni ad attribuirgli flirt, da Anita Ekberg ad Angie Dickinson.

Da sempre vicino alle cause per i diritti umani, già nei primi anni Cinquanta si schierò a favore dei neri, con il suo inseparabile amico Sammy Davis Jr, fino all’ultimo compì numerosi gesti di beneficenza a favore dei bambini e delle classi disagiate con i suoi più cari amici, da Dean Martin a Peter Lawford.

La sua stella non conobbe ombre anche se con gli anni gli furono mosse varie accuse, come i legami con la mafia, soprattutto con il gangster Sam Giancana, proprietario di un casinò a Las Vegas.

La canzone che rimase la sua più nota è la famosissima My way, ripresa da moltissimi artisti, e rivisitata in numerose versioni.

Tra gli ultimi omaggi che l’America tributò al grande showman, ci fu un regalo speciale per i suoi ottant’anni, nel 1996, quando l’Empire State Building per una notte s’illuminò d’azzurro tra coppe di champagne e gli inevitabili festeggiamenti, cui The Voice era abituato.

L’omaggio si ripeté in occasione della sua morte. avvenuta il 14 maggio 1998, per onorare uno dei simboli dell’America musicale e non solo.