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Uno studioso che diede tutto se stesso alla storia dell’arte del primo Novecento…

Roberto Longhi nacque ad Alba il 28 dicembre 1890, terzogenito di Giovanni, professore di lettere alla Scuola Enologica, e di Linda Battaglia.

Il giovane Longhi si laureò in lettere all’Università di Torino nel 1911 con una tesi sul Caravaggio, presentata a Pietro Toesca, professore di storia dell’arte in quella facoltà.

Roberto iniziò quasi subito a interessarsi all’arte in maniera sistematica e alla Biennale di Venezia nel 1910 scoprì il mondo di Courbet e Renoir, oltre a collaborare alla rivista La Voce con recensioni sugli artisti emergenti.

Nel 1913 si perfezionò alla scuola romana del grande storico dell’arte Adolfo Venturi, di cui divenne il più insigne allievo.

Venturi lo assunse nella redazione della sua rivista L’Arte, dove Longhi cominciò la sua attività di recensore e analizzò nei primi saggi la storia della pittura italiana, oltre a tenere nei Licei Tasso e Visconti di Roma un corso di storia della pittura, dai mosaici cristiani a Cézanne.

Nel 1914 uscì il suo primo libro, Scultura futurista Boccioni, edito dalla Libreria della “Voce e tradusse per Laterza i quattro saggi di Bernhard Berenson riuniti come The Italian Painters of the Renaissance.

Nel \920, con il Conte Alessandro Contini Bonacossi, collezionista d’arte conosciuto durante il servizio militare, Longhi partì per un viaggio di studio in Spagna, Francia ed Europa Centrale, visitando chiese, musei e collezioni del continente.

Si stabilì poi a Roma, dove sposò Lucia Lopresti, sua ex allieva al Liceo romano Visconti, diventata poi una nota scrittrice con lo pseudonimo di Anna Banti.

Dal 1922 Longhi esercitò la libera docenza presso l’Università di Roma e diresse, con Emilio Cecchi, la seconda annata di Vita Artistica e “Pinacoteca, mentre pubblicava il saggio Piero della Francesca e Officina Ferrarese.

Longhi nel 1934 vinse il concorso per la cattedra di storia dell’arte medievale e moderna all’Università di Bologna e i suoi corsi universitari, come quello sulla pittura antica della regione, che è una riscoperta di eccezionale valore, furono alla base della prima scuola longhiana.

Al Congresso storico-artistico di Londra del 1939 Longhi tenne una relazione sul Caravaggio e sui caravaggeschi, che fu la base per il saggio Il Caravaggio, nel 1952.

Lo studioso poi andò a vivere nella villa Il Tasso a Firenze, mentre passava le estati alla villa Il Cancello Rosso ai Ronchi in provincia di Massa.

Nel 1943 fondò la rivista Proporzioni, e nello steso anno si rifiutò di prestar servizio sotto la Repubblica Sociale Italiana, motivo per cui fu sospeso dall’insegnamento.

Finita la guerra, nel 1946 pubblicò Viatico per cinque secoli di pittura veneziana e nel 1950 fu chiamato alla cattedra di Storia dell’Arte alla Facoltà di Firenze, dove diede un forte impulso alla sua seconda scuola e nello stesso anno fondò la rivista Paragone.

Roberto Longhi morì a Firenze il 3 giugno 1970, e dedicò le sue ultime forze alla preparazione del catalogo della sua collezione, poi pubblicato nel 1971, a cura di Antonio Boschetto.