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La fiera del bue grasso è il tradizionale appuntamento commerciale e folkloristico del borgo di Carrù, in provincia di Cuneo, per il mese di dicembre.

Alle  prime luci dell’alba, nel freddo intenso, nella piazza del paese ecco l’arrivo dei migliori capi bovini di razza piemontese, poi le giurie al lavoro, la premiazione con le prestigiose gualdrappe e le scodelle di minestra di trippa  con l’apoteosi del gran bollito di Carrù, tutti aspetti da cogliere per apprezzare al meglio il fascino di una delle più antiche fiere del Piemonte.

La fiera, con qualifica internazionale e di tipologia mostra mercato, si svolge a Carrù, presso il foro boario in Piazza Mercato, dalle 6 alle 12 nel mese di dicembre, il secondo giovedì antecedente al Natale.

Quest’anno la 111^ edizione si terrà il 16 dicembre.

Le prime testimonianze storiche di mercati di bovini a Carrù risalgono al Medioevo, come racconta un decreto di Jolanda di Francia, tutrice del Duca di Savoia Filiberto I°, risalente al 7 aprile 1473, che autorizzava mercati bisettimanali “in opulento loco Carruci”.

Successivamente, il Duca Filiberto II, il 13 febbraio 1504, decretò la conferma dei mercati come “propter fidelitate semper demonstrata sabaudiae duci”.

Con un decreto del 1635, il Duca Vittorio Amedeo I° concesse alla comunità di tenere una fiera annuale della durata di tre giorni, da farsi ricadere dopo la festa di S. Carlo, che si tiene in novembre.

Il 15 dicembre 1910, per contrastare la scarsità di animali da macello e il forte aumento dei prezzi della carne, si tenne la prima edizione della Fiera del Bue grasso, promossa dall’Amministrazione Comunale su proposta del Comizio Agrario di Mondovì, per incrementare la produzione zootecnica e di favorire il consumo di carne anche fra le classi meno agiate della popolazione.

Fu un successo, con 2100 capi bovini, 200 suini, 500 ovini e un migliaio di capi di pollame.

Carrù si affermò da quell’anno come centro di eccellenza per la qualità degli animali, dando vita a un mercato molto promettente sotto l’aspetto economico.

La Fiera continuò negli anni seguenti con successo crescente, con qualche difficoltà durante gli anni di guerra e con l’unica sospensione nell’inverno del 1944.

Oggi resta un evento di grande richiamo, indissolubilmente legato a una tradizione che ha profonde radici in questa terra e che ha saputo mantenere intatti il fascino e la suggestione di allora.