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Nel 1957 la nazionale italiana visse uno dei momenti più bui della sua lunga storia…

Dopo il flop dei Mondiali 1954, che videro l’Italia uscire ai gironi con una sconfitta nello spareggio con la Svizzera, la Federazione affidò la guida della Nazionale a una Commissione tecnica presieduta da Alfredo Foni, che aveva il compito di curare la struttura tecnico-tattica della squadra e rilanciarla con risultati all’altezza della sua storia.

Il nuovo Ct. azzurro fino a quel momento aveva vinto da allenatore due Scudetti con l’Inter nel 1952/53 e nel 1953/54 grazie all’impiego del catenaccio, cioè l’idea di un libero alle spalle dei tre marcatori centrali e di un tornante, denominato ala tattica, sulla corsia destra.

Arrivato sulla panchina dell’Italia, però, Foni decise di fondere le due anime del calcio italiano, con una forte difesa con i marcatori più collaudati di Inter, Juventus e Fiorentina, le squadre più forti del periodo, e un attacco ricco di fantasia, grazie agli oriundi, giocatori nati all’estero ma naturalizzabili grazie all’antica discendenza italiana dei loro antenati.

Nel gruppo azzurro entrarono così i due protagonisti del Maracanazo del 1950, gli uruguayani Pepe Schiaffino, in forza al Milan, e Alcides Ghiggia, in forza alla Roma, e l’argentino Bruno Pesaola, pilastro del Napoli, oltre al ventiquattrenne sudafricano della Sampdoria Eddie Firmani e al venticinquenne argentino della Fiorentina Miguel Angel Montuori, la stella della squadra, cui si aggiunse il brasiliano della Roma Dino Da Costa.

La Nazionale di Foni fu inserita nei Gruppo otto delle Qualificazioni europee ai Mondiali di Svezia, un girone a tre squadre con Portogallo e Irlanda del Nord che dà l’accesso alla fase finale a una sola Nazionale.

Il cammino verso la Svezia cominciò il 25 aprile 1957 allo Stadio Olimpico di Roma contro l’Irlanda del Nord, che ha pareggiato 1-1 in Portogallo all’esordio, vinto per 1-0 grazie ad un calcio di punizione del viola Cervato.

I problemi cominciarono a manifestarsi qualche settimana dopo, quando a Zagabria, in una gara della Coppa Internazionale contro la Jugoslavia, la Nazionale azzurra cedette ai padroni di casa con un sonoro 6-1.

L’allarme trovò conferma nel successivo impegno nel cammino verso la Svezia contro il Portogallo a Lisbona, il 26 maggio, vinto con un 3-0 per i lusitani, con l’Italia che resta in nove giocatori per gli infortuni di Ghiggia e Chiappella.

Ormai era il momento della sfida decisiva, la partita in trasferta contro l’Irlanda del Nord a Belfast, fissata per il 4 dicembre a Windsor Park.

Ma ci fu un colpo di scena, infatti le due squadre erano già pronte a scendere sul terreno di gioco quando l’arbitro designato per dirigere la partita, l’ungherese István Zsolt, con i due guardalinee, fu bloccato dalla nebbia all’aeroporto di Londra.

L’Italia decise di giocare comunque con la direzione di Mitchell, un arbitro locale, ma trasformando la partita in un’amichevole.

La partita iniziò e divenne nota nella storia della Nazionale come La battaglia di Belfast, sia per la condotta di alcuni giocatori nordirlandesi, sia per l’atteggiamento di parte del pubblico, e finì con un 2-2.

Il 22 dicembre la Nazionale ebbe la rivalsa sul Portogallo a San Siro, travolto con un 3-0 grazie s una doppietta di Gratton e rete di Pivatelli.

Ora la partita decisiva, sempre a Belfast e contro i nordirlandesi, era programmata per il 15 gennaio 1958.

Subito l’Irlanda del Nord segnò due goal nella prima mezzora,al 13′ con McIlroy e al 28′ con Cush.

Nella ripresa gli Azzurri cercarono l’assalto alla porta avversaria, e al 56′ Da Costa sfruttò una papera del portiere Uprichard e firmò il 2-1, riaprendo i giochi.

Il pareggio era alla portata, ma un fallo di Ghiggia, preso di mira dagli avversari, portò alla sua espulsione al 68′.

Alla fine l’Irlanda del Nord, in contropiede, andò a segno una terza volta nel finale di gara, con la marcatura dei britannici annullata però per fuorigioco.

Il risultato finale vide Irlanda del Nord-Italia per 2-1 e gli Azzurri, vincitori di due Coppe Rimet, furono clamorosamente fuori dai Mondiali per la prima volta nella loro storia, mentre l’Irlanda del Nord raggiunse Scozia, Galles e Inghilterra, che si erano qualificate ai Mondiali.