Una squadra, oggi leggendaria, del Sudamerica…
La storia della nazionale di calcio argentina cominciò con una partita amichevole nel 1901 contro l’Uruguay, quando vinse per 3-2.
La squadra uruguaiana era l’unica rivale dell’Argentina in quel momento, al punto che le prime edizioni delle Coppe Lipton e Newton, che iniziarono rispettivamente nel 1905 e nel 1906, vennero disputate tra le due squadre.
Già nel 1916 venne organizzata la prima Copa América con l’Argentina come paese ospitante e le squadre partecipanti furono Brasile, Cile e Uruguay, che vinse il campionato pareggiando contro l’Argentina in finale.
La nazionale Albiceleste vinse la sua prima Copa América nel 1921 e fu il primo di quattordici titoli che si aggiunsero negli anni al suo palmares.
Negli anni Venti l’Argetina vinse nel 1925, 1927 e 1929 e, nel 1928, fu seconda classificata ai Giochi Olimpici di Amsterdam, battuta in finale dall’Uruguay.
Pochi anni dopo la squadra ottenne la sua prima grande prestazione in una Coppa del Mondo nel 1930, dove terminò seconda, ancora una volta dietro gli uruguaiani.
La partecipazione della Nazionale Argentina ai Mondiali del 1934 non fu eccezionale, al punto che non partecipò ai successivi Mondiali in Francia nel 1938, in Brasile nel 1950 e in Svizzera nel 1954, quest’ultima a causa di disaccordi con la FIFA, ma ebbe una serie di trionfi nelle Coppe americane sotto la direzione di Stabile.
Nei Mondiali successivi l’Argentina ebbe il suo piazzamento a Inghilterra ’66, quando raggiunsero i quarti di finale e furono estromessi dal padrone di casa in una partita dove, a causa dei problemi dovuti all’espulsione di un giocatore argentino che non capiva l’arbitro, si decise di utilizzare un linguaggio universale tramite i cartellini gialli e rossi.
Ma la prima grande vittoria mondiale dell’Argentina fu la conquista della Coppa del Mondo del 1978 in casa, anche se non senza polemiche perché, essendo il paese ospitante, potè scegliere i tempi delle partite più adatti a loro per conoscere i risultati dei loro rivali e conoscere la differenza reti necessaria per la vittoria.
L’altro grande momento da protagonista fu la Coppa del Mondo 1986 in Messico, passato alla storia come il Mondiale di Maradona e la mano di Dio, dove l’Argentina vinse la finale contro la Germania Ovest.
Fu poi ‘Dieguito’, con la fascia di capitano, e a trascinare l’Argentina alla finale mondiale in Italia nel 1990, dove persero contro la Germania.
Negli anni successivi ci furono solo fallimenti con Basile nel 1994, Passarella nel 1998 e Bielsa nel 2002, quando i biancocelesti si fermarono al primo turno.
In vista del campionato del mondo 2006 il nuovo allenatore Pekerman attuò delle esclusioni eccellenti, con assenti Zanetti, Martín Demichelis e soprattutto Juan Sebastián Verón, a causa di un litigio con il capitano Juan Pablo Sorín.
L’Albiceleste iniziò il torneo come una delle favorite per la vittoria finale e, dopo aver vinto uno dei gironi più difficili, precedendo Paesi Bassi, Costa d’Avorio e Serbia e Montenegro, agli ottavi superò il Messico per 2-1 dopo i tempi supplementari, ma ai quarti di finale fu eliminata dalla Germania dopo i tiri di rigore.
Nell’autunno 2008 la federazione affidò la panchina a Diego Armando Maradona, che esordì battendo il Venezuela in una gara di qualificazione al campionato mondiale del 2010.
Maradona conseguì la qualificazione al campionato del mondo 2010, dove fondamentali furono le vittorie nelle ultime due giornate del girone contro Perù ed Uruguay.
Nella fase finale del mondiale, in Sudafrica, dopo aver vinto il girone a punteggio pieno, la squadra argentina, sconfitto il Messico negli ottavi, fu nuovamente battuta dalla Germania ai quarti per 4-0, e Maradona lasciò l’incarico dopo la disfatta.
Nel mondiali di Brasile 2014 l’Albiceleste chiuse a punteggio pieno la fase a gironi, battute l’esordiente Bosnia ed Erzegovina, l’Iran e la Nigeria.
Il cammino dei Mondiali riportò l’Argentina in finale a un campionato del mondo, dopo ventiquattro anni e, al Maracanã di Rio de Janeiro, furono ancora i tedeschi a batterli, vincendo con un gol nei supplementari.
Nella fase finale del mondiale russo del 2018 l’Argentina esordì pareggiando per 1-1 contro l’Islanda, poi perse contro la Croazia per 3-0, una sconfitta che generò polemiche sul gioco della squadra e sul nuovo allenatore Sampaoli.
Il girone si concluse con il match contro la Nigeria dove, sull’orlo dell’eliminazione, a pochi minuti dalla fine trovò la rete vincente con Marcos Rojo.
Grazie alla contemporanea vittoria della Croazia sull’Islanda, l’Argentina si qualificò agli ottavi, dove affrontò la Francia e, ribaltato il vantaggio dei rivali con i gol di Di María e Gabriel Mercado, subì la rimonta dei francesi, che si portarono sul 4-2 prima di subire un gol argentino da Agüero su assist di Messi, che fissò il punteggio finale sul 4-3.
L’Albiceleste uscì così dal mondiale agli ottavi di finale per la terza volta nella sua storia e l’allenatore Sampaoli fu sollevato dall’incarico.