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Agli inizi del Novecento nell’impero austro-ungarico il calcio cominciò ad interessare i giovani e il primo incontro internazionale della Boemia la vide impegnata a Budapest dove fu sconfitta per 1-2.

Gli incontri della Boemia in quel periodo si tennero con l’Ungheria e con l’Austria, con la denominazione di Wiener Team, dato che non era riconosciuta ai boemi l’identità nazionale.

Nel congresso della FIFA del 1908 la Football-Association inglese riuscì a favorire la federazione austriaca ottenendo la defenestrazione della federazione boema e fino al 1920 il calcio ceco non ebbe che rari contatti internazionali.

Con la sconfitta dell’impero Austro-Ungarico nella guerra del 1915-18  cechi, boemi e rumeni fondarono nel 1918 la Repubblica cecoslovacca, poi accettata nella FIFA

Il debutto con il calcio continentale avvenne nel giugno 1919 con due partite a Roma sulla strada delle Olimpiadi militari che si effettuarono a Joinville nei pressi di Parigi, dove i cechi sconfissero una rappresentativa italiana per 1-0,  della quale facevano parte De Vecchi, Sala e Carcano e furono battuti per 3-2 dal Belgio.

Nella VII edizione delle Olimpiadi moderne che si tennero in Belgio, ad Aversa, il valore dei calciatori cecoslovacchi si affermò, dopo che batterono la Jugoslavia (7-0) la Norvegia (4-0) che aveva eliminato l’Inghilterra, e la Francia (4-1) guadagnando l’accesso alla finale con i padroni di casa, vittoriosi sulla Spagna (3 reti di Coppee a Zamora) e l’Olanda.

L’incontro, che ebbe luogo nello stadio del Beerschot alla presenza di cinquantamila spettatori, fu contrassegnato da diversi incidenti che l’arbitro inglese John Lewis non fu capace di prevenire, dato che i belgi godevano dei favori arbitrali e finirono in vantaggio per 2-0, al punto che i cechi abbandonarono la partita.

Il primo periodo della Nazionale cecoslovacca sfociò nella partecipazione al campionato del mondo che si disputarono in Italia nel 1934, e arrivò alla finale dopo tre vittorie consecutive a scapito di Romania, Svizzera e Germania, per poi perdere contro l’Italia di Vittorio Pozzo.

Il successivo campionato del mondo mostrò una Cecoslovacchia incapace di ripetere le belle prove di quattro anni prima e infatti ci fu l’eliminazione ad opera del Brasile nei quarti di finale.

Dopo la seconda guerra mondiale la Cecoslovacchia tenne varie partite amichevoli con gli altri paesi e fu una di queste, persa contro l’Ungheria a Budapest nel 1954 per 1-4, a segnare l’esordio di Jozef Masopust, giocatore di gran classe che si impose immediatamente come il leader naturale di una formazione che non possedeva altri giocatori con una forte personalità.

Nel mondiale del 1962, giunta in finale, la Cecoslovacchia fu costretta ad arrendersi soltanto al Brasile, orfano di Pelé, ma con nomi come Didi, Vavà e Garrincha.

Quattro anni dopo la nazionale ceca fu eliminata dal Portogallo di Eusebio nelle qualificazioni per il mondiale inglese, ma riuscì ad accedere ai Mondiali del 1970 sconfiggendo l’Ungheria nel drammatico spareggio di Marsiglia nel dicembre del 1969.

In Messico la squadra deluse perdendo i tre incontri giocati a Guadalajara con il Brasile (1-4), la Romania (1-2) e l’Inghilterra (0-1) e al ritorno a Praga la Federazione inflisse una squalifica ai venti componenti della comitiva.

Dopo che fu eliminata dalla Romania nella Coppa delle Nazioni 1972, il calcio cecoslovacco vide l’arrivo di una generazione di campioni, con i ventenni Marian Masny e Zdenek Nehoda.

Con la conquista del campionato d’Europa per nazioni il 20 giugno 1976 a Belgrado, dopo la finale con la Germania di Beckenbauer, conclusasi sul 2-2 dopo due ore di gioco e risoltasi per 5-3 nei calci di rigore, la Cecoslovacchia ritrovò la grinta di un tempo.

La Cecoslovacchia si qualificò per Euro 1980 e, arrivando seconda nel suo gruppo alle spalle della Germania Ovest , affrontò l’Italia nella finale per il terzo posto, che vinse ai rigori, poi a Mosca arrivò anche la medaglia d’oro olimpica, sconfitta l’Urss in semifinale e domati i campioni uscenti della Ddr in finale per 1-0.

Alla Coppa del Mondo del 1982 in Spagna, la Cecoslovacchia fu  eliminata nella fase a gironi dopo aver pareggiato con il Kuwait e la Francia e aver perso 2-0 contro l’Inghilterra.
L’ultimo torneo a cui partecipò la Cecoslovacchia unita fu la Coppa del Mondo del 1990 in Italia. I cechi, allenati da Jozef Vengloš,  ed erano inseriti nel gruppo dell’Italia assieme a Stati Uniti e Austria.

A Genova, i rossi travolsero per 4-1 il Costa Rica con una tripletta del futuro genoano Tomáš Skuhravý prima di essere eliminati dalla Germania nei quarti di finale dopo un rigore di Lothar Matthäus.

Il Mondiale del 1990 fu l’ultima competizione internazionale alla quale la Cecoslovacchia unita partecipò, infatti il  1 gennaio 1993 lo stato si scisse nella Repubblica Ceca e nella Slovacchia anche se la nazionale cecoslovacca rimase provvisoriamente come rappresentativa unita delle due nuove nazioni, al fine di concludere le qualificazioni, poi fallite,  ai Mondiali di USA ’94, prima della nascita delle due federazioni ceca e slovacca.