Un fiore piccolo, di color giallo, simbolo delle donne di tutto il mondo…
Il luogo di origine della mimosa è la Tasmania da dove fu importata in Europa solo agli inizi del 1800, con un nome che deriva dalla radice spagnola “mimar”, cioè accarezzare; che si accosterebbe alla sensibilità dell’universo femminile.
Una leggenda. narra che su un’isola, chiamata Rainhor, vivesse un popolo la cui particolarità era il biondo oro dei capelli.
Durante una delle tante incursioni da parte delle tribù nemiche fu rapita, insieme ad altre fanciulle, Mihm, la figlia del capo villaggio, dal carattere forte, coraggiosa e tenace, che non volle arrendersi al destino e, incurante dei pericoli cui sarebbe andata, raggiunse lo stretto cunicolo che della grotta dove era rinchiusa insieme alle altre fanciulle, portava all’unico pertugio sfociante su una collina, dal quale entrava l’aria.
Mihm spinse fuori la testa ma nessuno riusciva a vederla, così spinse ancora di più la testa verso l’esterno e sciolse al vento i suoi capelli biondo dorato che, alla luce del sole, attirarono l’attenzione degli uomini.
Grazie al coraggio di Mihm le ragazze vennero liberate, mentre lei morì soffocata e, quando il suo promesso sposo giunse sulla collina, al posto della ragazza trovò un albero dalle radici forti e profonde le cui chiome dai rami color oro ondeggiavano al vento.
La scelta della mimosa come simbolo della Giornata Internazionale della Donna fu nel 1946 su iniziativa di tre donne Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei, membri dell’Unione Donne Italiane, che cercavano un fiore che fosse facilmente reperibile ovunque e poco costoso.
Teresa Mattei disse: “Scegliamo un fiore povero, facile da trovare nelle campagne” e gli alberi di mimosa fiorivano ovunque in quegli anni.
La scelta della mimosa non fu priva di problemi visto che, negli anni Cinquanta, era considerato emblema di rivoluzione e la sua distribuzione era annoverata tra le turbative dell’ordine pubblico.
In Inghilterra la mimosa è simbolo di libertà e autonomia, al punto che ragazze inglesi erano solite impreziosire l’abbigliamento con ramoscelli di mimosa come simbolo di eleganza e dignità.
Gli indiani d’America regalavano un mazzo di mimose per dichiararsi alle ragazze delle quali erano innamorati, mentre gli aborigeni australiani la consideravano una pianta medicinale e ancora oggi, è utilizzata sottoforma di decotti.
Le giraffe sono ghiotte delle foglie di mimosa arrivando a mangiarne ben 60 Kg al giorno.
Per far durare le mimose qualche giorno in più una volta recise, occorre tanta luce ed è necessario aggiungere all’acqua del vaso, alcune gocce di succo di limone.