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Il cuore della fede dell’Oltrepò Pavese…

Edificato sulle fondamenta di una chiesa precedente, a partire dal maggio 1605, su progetto dell’architetto bolognese Antonio Maria Corbetta, il duomo di Voghera fu completato nel 1875 con l’edificazione della facciata da un progetto dell’ingegnere milanese Carlo Macciachini.

Sul portale destro si trovano un epigrafe e tre rilievi, uno dei quali raffigura San Bovo, patrono della città infatti, a partire dal 1953, le spoglie del santo sono custodite sotto l’altare maggiore, e si racconta che sia morto proprio a Voghera nel 986, mentre faceva ritorno da un pellegrinaggio a Roma.

Al centro della chiesa si innalza una cupola semisferica, appoggiata su quattro piloni, in ciascuno dei quali è ricavata una nicchia con una statua colossale di uno degli Evangelisti e alla base lo stemma della città e l’aquila romana, ed è sormontata da una lanterna e arricchita da un tiburio ottagonale, progettato dall’architetto Corbetta.

La navata sinistra presenta l’altare di sant’Antonio Abate, un tempo in cotto e successivamente ricostruito nel 1953 in marmo e legno dorato, l’altare del Collegio notarile e della Visitazione di Maria a sant’Elisabetta, in marmo e in stile rinascimentale,  e l’altare del Crocifisso o del Suffragio, ideato in marmi policromi nella seconda metà del Settecento.

Nella navata di destra sono presenti l’altare di santa Caterina da Siena, l’altare della Madonna del soccorso e l’altare di san Michele arcangelo, realizzati in marmo policromo alla fine dell’Ottocento. Una delle più antiche opere del Duomo è un piccolo reliquiario contenente un frammento della Sacra Spina. della corona di Cristo, custodita a Voghera da circa 700 anni, giunta con i Cavalieri crociati, in seguito alle guerre in Terra Santa.

Sul basamento del reliquiario un dipinto ricorda san Giovanni, patrono del Sovrano militare ordine ospitaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta.

Il duomo di Voghera è dotato di due organi, il primo è un Serassi del 1833 e l’altro è stato installato dalla ditta Mascioni nel 2013, ma si tratta della ricostruzione dell’organo Balbiani del 1962 acquistato dal duomo di Pavia.

Una parte di grande interesse artistico  del duomo di Voghera, sono gli Antifonari medioevali, dei grossi libri conservati all’interno del Duomo contenenti le partiture del contro canto alla voce principale, riservata al celebrante durante le messe cantate.

 I capilettera degli antifonari del duomo di Voghera sono del famoso Maestro delle Vitae Imperatorum che ha operato negli anni Trenta del XV secolo e vennero donati al duomo di Voghera dalla famiglia Visconti.

All’inizio dei versi di questi canti vi sono delle raffigurazioni, dette capilettera, con la rappresentazione di un tema relativo ai vangeli, o alla vita dei santi,che  mantengono in tutti i volti la stessa espressione, anche al variare del personaggio e del tema trattato.

Negli antifonari del Duomo di Voghera ci sono colori accesi, vivaci e non realistici, non solo per sfondi o architetture per gli affreschi, ma anche per i motivi decorativi e in questo caso per i volti dai colori molto forti ma con un effetto di chiaroscuro davvero efficace.

Oggi dei capilettera sono rimasti una piccola parte degli originali, dato che  molti furono rubati durante la seconda guerra mondiale, probabilmente da un ufficiale tedesco, intento a reperire tutto ciò che avesse un valore, come gli sfondi dorati  delle miniature.