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L’auto della rinascita dell’Audi…

Negli anni  Sessanta l’Audi era in difficoltà e, con la Volkswagen offriva una gamma luxury wannabe, che non batteva nelle vendite le Mercedes del periodo.

Allora Giorgetto Giugiaro, fin dai tempi della prima Golf, era considerato uno di famiglia in Volkswagen, quindi il suo estro creativo fu sfruttato per risollevare Audi.

La showcar Asso di Picche divenne così  il primo stadio di sviluppo della nuova Audi Coupé, che derivava dalla seconda serie della 80, di cui riprendeva  anche parte dei lamierati anteriori.

La prima mondiale dell’Audi Coupé fu al Salone di Ginevra del 1980 e catturò da subito i visitatori e, mossa dalle ruote anteriori, era disponibile con motori a quattro e cinque cilindri in linea, con cubature tra i 1.588 e i 1.921 di cilindrata e step fino a 115 CV.

Dallo stesso modello nacque anche l’Audi Quattro, per gli amici Ur-Quattro, dal nome del sistema di trazione sulle quattro ruote, derivato da quello del fuoristrada militare DKW Munga, oltre alle bombature sui fianchi e le vistose decalcomanie sulle portiere.

L’Audi Ur-Quattro, al suo arrivo nel mondiale rally, sconfisse pesi massimi come Lancia e Ford e dopo questo debutto anche le altre case ripiegarono ul 4×4, facendone uno standard imprescindibile di questa competizione.

Durante la sua vita la Coupé ebbe un ritocchino alla fanaleria e vide  incrementare cilindrate e cavalleria dei suoi propulsori, come il nuovo turbo 20V, da 2.2 e 220 CV, portando la velocità massima a 230 km/h e riducendo il tempo sullo 0 a 100 a 6,3 secondi.

L’ultima Coupé, di 169.017 esemplari prodotti, lasciò la linea di montaggio nel 1987, cedendo il posto alla Coupé di seconda generazione.

Oggi, per rivivere le emozioni dei rally di un tempo, bisogna avere circa 50.000 euro per una Ur-Quattro, e per una normale Coupé le valutazioni toccano un massimo di 14.000 euro.