Febbraio, per il Calendario romano, era il mese della purificazione e del ricordo dei defunti, infatti il suo nome deriva dal latino februare cioè purificare, legato a Februus, un’antica divinità etrusca, dio della morte e appunto della purificazione, che nella mitologia romana divenne Febris, dea minore della febbre, associata alla guarigione o anche epiteto di Giunone.
Anche se Febris non aveva una propria leggenda divina, era una figura della quale si cercava la protezione per guarire da diversi malanni e per non incappare nelle terribili febbri allora comuni a causa delle zone malsane e paludose del Latium Vetus.
Le caratteristiche della Febris romana si presentano come una fusione tra l’elemento etrusco e quello sabino.
Dopo la riforma del Calendario promossa da Numa Pompilio nel 713 a.C, Februarius era il secondo mese dell’anno civile secondo Macrobio e Plutarco e la purificazione doveva avvenire nel mese precedente l’inizio dell’anno sacro stabilito a marzo, in base al calendario religioso che seguiva quello romuleo a dieci mesi.
Ovidio nei Fasti aveva un diverso ordine dei mesi con Februarius posto come ultimo mese dopo December e prima di Ianuariu, così la purificazione, in questo caso, potrebbe essere intesa come un modo di rimediare agli errori e alle mancanze dell’anno trascorso.
Februarius conteneva festività complesse, ad esempio il 13, ricorrevano i Parentalia una festività a carattere privato in onore dei defunti di famiglia che durava nove giorni, che terminava con un banchetto.
Il 15 era il culmine dei Lupercalia, in cui si celebrava Faun, identificato in origine come il lupo sacro a Marte, per essere infine assimilato a Silvano, si svolgevano dinanzi alla grotta “Lupercale”, ai piedi del Palatino e includevano sacrifici di capretti a cura di giovani sacerdoti.
Invece i Quirinalia, in onore del dio Quirino, cadevano il 17 mentre il 21 avveniva una commemorazione comune di tutti i defunti, i Feralia, dove i romani portavano doni ai morti, recando offerte floreali e libagioni alle tombe degli antenati, oltre ad importanti cerimonie pubbliche con offerte e sacrifici ai Dii Mani in nome dell’intera comunità.
Molto curiosa è la festa del “Regifugium” che avveniva il 24 febbraio, dove un sacerdote, chiamato Rex sacrificulus, si dava alla fuga dopo aver celebrato un sacrificio nel Foro, forse in memoria della cacciata da Roma di Tarquinio il Superbo, ma poteva essere un riferimento anche alla sparizione del Sole durante il solstizio invernale.
Il mese terminava con i Februalia che includevano riti di purificazione in onore della dea Febris.