1. SAN DOMENICO8 1 1

Un teatro, all’interno di un ex monastero, che unisca arte e cultura nel centro storico di Crema, una delle città più belle della Lombardia…

La struttura rinascimentale dell’ex monastero domenicano di Crema, con chiesa, chiostri, refettorio e convento, infatti oggi è  la sede della Fondazione San Domenico che gestisce il Teatro cittadino e la Civica Scuola Musicale Luigi Folcioni.

Il convento di San Domenico venne  fondato nel 1332 da fra’ Venturino de Apibus da Bergamo in prossimità di una cappella che era stata dedicata a san Pietro Martire, donata all’ordine dei Frati Predicatori o Domenicani insieme ad alcune case di proprietà dei nobili De Mandoli.

L’attuale edificio del convento, oggi sede del teatro,  fu costruito tra il 1465 e il 1471 inglobando le absidi della chiesa trecentesca.

Nei secoli il complesso fu la  sede dell’Inquisizione di Crema fino alle fine del Seicento e, quando il convento fu soppresso nel 1798 cambiò più volte destinazione dal’inizio dell’Ottocento, diventando casa di cura, caserma, cinema, scuola, negli anni Settanta una palestra, fino al 1999,  quando fu adibito a teatro per sostituire lo scomparso Teatro Sociale, che fu la prima grande sala teatrale di Crema.

Da questa chiesa proviene una  tela raffigurante il Battesimo di Cristo del 1539,  opera di Vincenzo Civerchio, noto pittore del Rinascimento lombardo, oggi conservata nella Pinacoteca dell’Accademia Tadini di Lovere, oltre alla tela raffigurante la Decollazione del Battista, oggi nella chiesa di San Giovanni Battista a Saronno, un capolavoro del grande arista Jacopo Negretti, detto Palma il Giovane.

Nel 1523 fu priore del convento il celebre scrittore di novelle Matteo Bandello, nato a Castelnuovo Scrivia nel 1484, che nelle sue Novelle racconto di Romeo e Giulietta e della tragica storia della nobildonna Pia De Tolomei, nata proprio a Crema.

La facciata dell’edificio, a capanna e tripartita verticalmente, ha una serie di  caratteri architettonici che sono derivativi del modello del Duomo  cremasco, con una galleria di archi retti da colonne che segue l’andamento dei due spioventi.

In corrispondenza della campata centrale si nota una grande finestra circolare fiancheggiata da due bifore, che sormonta un’altra galleria.

L’interno della ex chiesa,  a navata unica, è sorrettò da archi ogivali trasversi, impostati su semipilastri dotati di terminazione a tronco di cono al di sotto dei capitelli.

Gli archi sono stati affrescati con un motivo a opus scutulatum bianco e nero, forse un  riferimento ai colori dell’ordine, mentre gli intradossi presentano invece finte bugne dipinte.

L’antico refettorio, oggi diventato il foyer del teatro, ha nelle lunette dei tondi affrescati con i ritratti di Santi domenicani, opera di un pittore cremasco ignoto e databili attorno al 1505.

Sono ancora visibili i due chiostri di cui restano i portici, con una serie di  pilastri poligonali in cotto che sorreggono archi ogivali o a tutto sesto, e la sala capitolare.

Nei corridoi interni si possono ammirare i cartoni preparatori dei dipinti che Angelo Bacchetta e Luigi Manini alla fine dell’Ottocento realizzarono per il Teatro Sociale di Crema, poi distrutto da un incendio nel 1937.