Il Forte di Bard omaggia la figura di Dante Alighieri a 700 anni dalla morte, con il progetto Omaggio a Dante 1321-2021 allestito all’interno della Cappella della fortezza e dedicato alla sua opera più celebre, la Divina Commedia.

La mostra, ideata dall’Associazione Forte di Bard e da Paola Persello con il contributo grafico di Bruno Testa, ruota intorno ad un prezioso incunabolo della Divina Commedia, La Comedia del Divino Poeta Fiorentino Dante Alighieri, stampato a Brescia nel 1487 da uno dei primi editori che in Italia utilizzò la stampa a caratteri mobili, appena inventata da Gutenberg.

Quell’uomo era Bonino de Boninis, uno dei precursori della stampa in Europa, che decise di stampare un’edizione pregiata dell’opera, con 60 xilografie realizzate da diversi artisti.

Di famiglia non nobile, Bonino visse prima a Venezia dove nel 1475 apprese, da Andrea Paltasichi, l’arte della stampa.

Prima del 1480 arrivò a Verona dove aprì una modesta bottega e un piccolo impianto pubblicando alcuni volumi di buon gusto e avanzata tecnica, fra cui una grammatica elementare latina di Alexander de Villaded, cui seguirono le due parti dell’opera di Flavio Biondo Roma instaurata, De Origine et gestis Venetorum, Italia Illustrata, oltre a De re militari di Roberto Valturio.

Seguirono i trattatelli di Nicolò Perotti come De generibus metrorum, De Horatii et Boethii metris e Hippocratis jusiurandum, e, probabilmente, il Centimetrum di Servius.

Nel 1483, in seguito ad avvenimenti politici, si trasferì a Brescia dove dimorò per nove anni stampando trenta edizioni e mantenendo un ricco commercio librario col ducato di Milano, grazie ad un privilegio ducale del 26 maggio 1484, arricchendo i suoi impianti di nuovi caratteri gotici e romani. Il progresso fu dovuto anche all’apporto del fiorentino Delsera, anche se il suo nome compare solo nell’edizione del De lingua latina di Varrone del maggio 1483, ma le sue più belle edizioni furono quelle delle Fabulae di Esopo con testo italiano di Accio Zucco e sessantasei xilografie e la Commedia di Dante, prima edizione largamente illustrata con sessantotto xilografie in legno che si collegano alla corrente artistica dei carmelitani e specialmente a Giovanni Antonio da Brescia.

Nel 1490 riprese le edizioni di testi giuridici e si cimentò anche nel rosso e nero con un Missale Carmelitarum ordinis, oltre a un’edizione del De liberis educandis del Guarino Veronese, copia dell’edizione bresciana di Jacopo Britannico del 1485.

Bonino nel 1490 o 91 lasciò Brescia per stabilirsi a Lione dove continuò la sua attività editoriale facendo anche l’informatore per la Repubblica veneta, poi abbracciò il sacerdozio e continuò l’attività politica e d’informatore della Repubblica a Treviso.

L’incunabolo, esposto al Forte di Bard fino al 27 giugno, proviene dalla collezione del Castello di Castiglione del Terziere, situato a Bagnone, sede della Fondazione Loris Jacopo Bononi. L’allestimento vede la presentazione di una selezione delle più interessanti xilografie del volume, ben ingrandite, per consentirne una lettura e fruizione ottimali.

Le immagini sono affiancate dai passi corrispondenti della Divina Commedia, mentre un video conduce i visitatori alla scoperta di altre immagini dell’incunabolo e di alcuni dei più famosi canti danteschi.

A conclusione del percorso espositivo, c’è un approfondimento della tecnica della xilografia, antica e moderna, con l’esposizione dei legni incisi di uno xilografo contemporaneo, Gianni Verna, che ha come soggetto il Bestiario dantesco.