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Il 28 marzo cade la memoria di uno dei santi più interessanti del Medioevo…

Stefano Harding nacque verso il 1060, in una nobile famiglia, a Meriot nei dintorni di Sherborne nella contea del Dorset dell’Inghilterra Meridionale.

Da giovane entrò nell’abbazia benedettina di Sherborne, dove fece la professione religiosa, ma dopo la conquista normanna partì per la Scozia; poi si spostò a Parigi per dedicarsi agli studi.

In seguito fece un pellegrinaggio a Roma, per ottenere il perdono della sua rinuncia, con lui c’era un giovane chierico.

Sulla strada del ritorno, i due si fermarono nell’abbazia cluniacense di Molesme in Borgogna, da poco fondata dal monaco francese Roberto che ne era l’abate e, attirato dalla vita semplice della comunità, Stefano decise di rimanervi come monaco.

L’abbazia di Molesme prosperò, ma a poco a poco lo spirito che ne aveva animato la riforma e la fondazione diminuì e così Roberto, con un piccolo gruppo di monaci fedeli, fra cui Stefano, rimase fermo alla spiritualità dei primi tempi benedettini, mentre la maggioranza dei monaci era favorevole alle regole di Cluny, diffuse nella gran parte delle abbazie.

Alla fine Roberto, ottenuta l’autorizzazione dell’arcivescovo di Lione Ugo, nel 1098 lasciò l’abbazia e si trasferì a Citeaux, a circa 20 km a sud di Digione, per fondare un nuovo monastero.

La partenza dell’abate di Molesme sconvolse la comunità che ne fu screditata in tutta la regione, al punto che i monaci allora si rivolsero al papa per ottenerne il ritorno.

Il papa invitò Roberto a ritornare e questi dovette cedere e, al suo posto a Citeaux, subentrò come abate Alberico.

Dopo 10 anni di governo, Alberico morì nel 1109 e fu eletto suo successore il cofondatore Stefano Harding, che divenne il grande organizzatore del nuovo Ordine Cistercense.

Infatti tracciò le linee guida della vita monastica, compose gli statuti dell’Ordine e seppe superare le difficoltà in cui versava la comunità.

Durante il suo governo Stefano accolse nel monastero San Bernardo, signore di Fontaine-les-Dijon, il quale si presentò con una trentina di compagni, allo scopo di prendere l’abito cistercense.

Ben presto altri monaci si aggiunsero e, a partire dal 1113, Stefano mandò un gruppo di religiosi a fondare l’abbazia di La Ferté, nella diocesi di Chalon-sur-Saône, seguirono nel 1114 e nel 1115 le fondazioni di Pontigny, Clairvaux con San Bernardo come abate e Morimond.

Inoltre Stefano istituì un ordine gerarchico per unire i vari monasteri in un legame di carità e di unità, coordinato dall’abbazia madre, e redasse gli Statuti dell’Ordine, chiamandoli Carta della Carità, dove si stabilirono le regole di convivenza dei vari monasteri, approvata il 23 dicembre 1119 da papa Callisto II.

Dopo ventiquattro anni di governo, Stefano, stanco e ammalato, si dimise nel 1133 e morì il 28 marzo 1134, mentre l’Ordine Cisterciense contava già più di settanta monasteri diffusi in tutta Europa.

Venne sepolto nella chiesa abbaziale di Citeaux, dove era deceduto, accanto al suo predecessore Alberico, poi le tombe furono poi spostate in una tomba all’angolo del chiostro, tra la chiesa e il capitolo, quando venne costruita una chiesa più grande.

A partire dal 1491, il nome del terzo abate dell’Ordine Cisterciense venne inserito nel Compendio dei Santi dell’Ordine Cisterciense e il cardinale Cesare Baronio lo inserì nel suo Martirologio Romano al 17 aprile, ma solo nel 1623 la sua festa religiosa fu confermata dal Capitolo Generale in quella data.

Poi la memoria di San Stefano Harding nell’Ottocento fu spostata dal 17 aprile al 16 luglio, e persino al 26 gennaio, festa dei santi Fondatori dell’Ordine, e solo la più edizione del Martirologio Romano l’ha collocata al 28 marzo.