Il Battistero di Velate scenario e quinta di una mostra della fotografa genovese Carla Iacono.

Sarà inaugurata venerdì 30 agosto verso le 18.30 a Varese, presso il Battistero di Velate, la mostra Re-velation, esposizione di venti scatti della fotografa genovese Carla Iacono, a cura di Carla Tocchetti e Clelia Belgrado, sul delicato tema del velo e del femminile che lo indossa, per una riflessione sulla pluralità di significati attribuibili a questo simbolo evocativo presente in molte culture che oggi si ritrova a essere al centro di dibattiti sociali, politici e religiosi.

“In Europa per esempio”, dice la Iacono “il velo delle musulmane immigrate è da molti considerato simbolo di attacco ai principi di secolarità e uguaglianza, ed è al centro di dibattiti mediatici che lo presentano come velo della discordia.  D’altro canto, dinanzi alle leggi che lo vietano, molte donne immigrate si appellano ai diritti e alle libertà di espressione per poterlo indossare. In particolare per le donne migranti spesso rispecchia l’esigenza di rimanere legate al proprio paese e alle proprie famiglie rappresentandone la cultura di provenienza. Il velo è quindi portatore di nuovi significati e modi di esprimersi, legati alle questioni della cittadinanza, alla rivendicazione culturale, alla ricerca di nuovi modelli spirituali.”.

Mentre Clelia Belgrado, curatrice e titolare dell’agenzia Vision QuesT 4rossom racconta che “In Re-velation il velo è elemento conduttore declinato in diversi modi, con richiami a differenti culture: principalmente hijab, ma anche velo cattolico, ebraico o foulard dell’Europa dell’Est”

Da un punto di vista formale le composizioni ricordano i dipinti classici, con una contaminazione simbolica tra cultura Orientale e Occidentale, infatti richiamano l’iconografia del ritratto occidentale ma spesso il soggetto indossa veli e accessori orientali.

I ritratti sono tutti interpretati dalla figlia dell’artista e le figure sono fotografate su uno sfondo scuro che a volte si fonde con gli abiti, e spesso la luce laterale fa emergere la figura, rivelando i contorni del viso e i dettagli dei veli e rafforzando così esteticamente e simbolicamente il concetto di rivelazione.

“Ospitare a Velate questa mostra, inaugurandola nei giorni in cui nel borgo si riunisce per l’annuale Festa della Comunità, è un omaggio anche al nome originario del Sacro Monte, che fu trascritto come Monte di Vellate per la prima volta nel 922, nella più antica pergamena pervenuta” dice Carla Tocchetti, che gestisce la programmazione culturale nella seicentesca chiesa dell’antico borgo. “Anche se l’origine latina del nome da ”vellatum”, nascosto, non è l’attribuzione prevalente, il nostro immaginario corre al ‘400 quando alcune donne definite “salvatiche” si rifugiavano sul monte, nelle grotte e nei boschi, a condurre vita eremitica e di preghiera, anticipando il celebre nucleo che alla fine del secolo prese i voti e il velo, appunto, diventando monache romite Ambrosiane ad Nemus.”

Carla Iacono vive a Genova, utilizzando vari media artistici nel suo lavoro, come fotografia, collage e installazione, incentrato sui temi del corpo e della metamorfosi, analizza principalmente il delicato periodo dell’adolescenza visto come straordinario momento di crescita in cui si colloca lo sforzo per raggiungere la propria identità.

Negli ultimi lavori affronta l’argomento della strumentalizzazione delle differenze culturali, con riflessioni sulle difficoltà di dialogo che sempre più spesso generano drammatici eventi.

Affascinata dalle contaminazioni tra immagini e testi, ha pubblicato vari libri illustrati con fotografie e collage, spesso in numerosi cataloghi di esposizioni in Italia e all’estero, presenti in collezioni pubbliche e private, come il Musinf (Museo d’Arte Moderna dell’Informazione e della Fotografia) di Senigallia e il Museo Nazionale del Cinema di Torino.

Tra le mostre recenti le personali Sguardi attraverso nell’ambito del Pontremoli Foto Festival 2018 e Re-velation, in tour in vari musei italiani come il Museo Diocesano di Genova, il Museo Diocesano Tridentino di Trento, il Museo del Duomo di Fidenza e il Museo Diocesano di Catania.

La mostra resterà aperta a ingresso libero fino al 22 settembre, dal venerdì alla domenica dalle 15.30 alle 18.30 e il sabato e la domenica anche la mattina dalle 10.30 alle 12.30.