Per i Celti il mese di Halloween era simboleggiato dalla quercia, un albero di lunga vita che appartiene alla specie di piante più forti, da sempre considerato l’albero sacro da popoli come gli antichi Ebrei, che lo idolatravano quale una pianta eterna, i Greci e i Romani.

Al tempo di Abramo, all’ombra della quercia di Sichem vivevano i maghi, che interpretavano i segni dal fruscio delle foglie e dal tubare delle colombe, poiché tra gli alberi era il soffio di Dio.

Sotto una quercia sacra, la Sibilla annunciava le sue profezie e i Druidi praticavano il loro culto nei querceti, mentre gli antichi greci possedevano un albero di quercia consacrato a Zeus e la famosa mazza  di Ercole era realizzata in legno di quercia.

I Romani reputavano l’albero della quercia come appartenente a Giove, mentre il  tempio di Baal, conservato a Damasco, si trovava in un boschetto di querce, come quello che circondava la tomba di Abele, figlio di Adamo e Eva.

Grazie alle sue enormi dimensioni e la grande longevità, la quercia nella mitologia di molti popoli rappresentava il re della foresta, e quindi era diffusa la convinzione che fosse colpita dal fulmine più sovente.

A causa della sua stretta relazione con Zeus, la quercia era spesso associata da Greci e Romani a un tema militare, infatti, una ghirlanda di foglie di quercia è utilizzata nelle insegne militari ancora oggi.

Talvolta una quercia era il simbolo del mondo, infatti, nell’antico mito greco il vello d’Oro, simbolo di fertilità e prosperità, era descritto appeso a una quercia e si riteneva utile perché accresceva il suo potere e la sua forza, oltre ad essere simbolo della regalità.

Inoltre, la quercia s’identifica con la mascolinità, così un tronco di quercia bruciato in piena estate, sconfessa la divinità della fertilità del potere maschile, mentre una corona di foglie di quercia simboleggia la forza e la grandezza.