Penna pungente e ironica nei confronti della società statunitense e dei valori capitalistici, Sinclair Lewis fu il primo statunitense a vincere il Premio Nobel per la letteratura nel 1930 “per la sua arte descrittiva vigorosa e grafica e per la sua abilità nel creare, con arguzia e spirito, nuove tipologie di personaggi”.

Lewis era nato a Sauk Centre in Minnesota da Edwin J. Lewis e da Emma Kermott il 7 febbraio 1885 e fin da ragazzo cominciò a leggere libri e a tenere un diario.

All’età di 13 anni se ne andò di casa, senza successo, per diventare un tamburino nella Guerra ispano-americana, nel 1908 si laureò all’Università di Yale.

Cominciò la sua carriera di scrittore pubblicando nel campo della poesia romantica, seguita poi da racconti con protagonisti cavalieri e ragazze da salvare.

Il debutto di Lewis fu con Hike and the Aeroplane, nel 1912, firmato con lo pseudonimo Tom Graham, ma prima del 1921 aveva pubblicato sei romanzi.

Lewis era molto amato per tracciare una forte caratterizzazione alle donne lavoratrici moderne e per l’interesse per l’umanità.

Alcuni dei suoi libri più famosi sono La via principale (Main Street, 1920) e Babbitt (1922) storia di uno dello statunitense di mezza età con le classiche caratteristiche da americano medio.

Il personaggio, agente immobiliare, imbevuto di mediocrità borghese, un po’ alla volta inizia a uscire dalla monotona vita che conduce, ricca di conformismo e inutili tentativi di evasione, tutta al servizio degli affari e dell’efficienza, seguita dal mondo della chiesa presbiteriana e della sua famiglia, per avere strane avventure.

Spirito sempre inquieto, lo scrittore viaggiò molto e negli anni Venti visse con altri grandi artisti nel quartiere di Montparnasse a Parigi, dove fu fotografato dal grande fotografo Man Ray.

Lewis vinse il Premio Pulitzer nel 1926, che rifiuto, per Arrowsmith, un romanzo con protagonista uno scienziato idealista, mentre Elmer Gantry (1927) è la vita di un evangelista opportunista, quasi un ciarlatano, infatti questo libro fu censurato a Boston e in altre città statunitensi, come La via principale, Babbitt, Sangue reale e Cass Timberlane.

Nel 1928 sposò la giornalista Dorothy Thompson, da cui, nel 1930, ebbe un figlio, Michael Lewis, che in seguito fu un noto attore.

Con il suo discorso alla cerimonia della consegna del Nobel, lo scrittore disse che “in America la maggior parte di noi — non solo i lettori, ma anche gli scrittori — ha ancora paura della letteratura che non è glorificazione di tutto ciò che è Statunitense, un’esaltazione dei nostri difetti così come delle nostre virtù”, e che gli Stati Uniti erano il più contraddittorio ed emozionante paese del mondo.

L’ultimo capolavoro di Lewis fu Qui non può accadere (It Can’t Happen Here), un romanzo distropico che narra l’elezione di un fascista come presidente degli Stati Uniti e della lotta per la libertà da parte di un gruppo di ribelli.

Negli ultimi anni lo scrittore cadde vittima del vizio del bere e mori a Roma, con il fisico ormai devastato, il 10 gennaio 1951.