Il Museo Eremitani di Padova ospita dal 1 febbraio al 10 maggio la mostra 900 Italiano. Un secolo di arte, organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova in collaborazione con Creare Organizzare Realizzare di Alessandro Nicosia, curata da Maria Teresa Benedetti e Francesca Villanti.

La mostra padovana racconta una storia del Novecento italiano, in novanta opere, corsi e ricorsi artistici, i cambi di generazioni e mentalità pittoriche, con gli aspetti rivoluzionari che hanno reso il XX secolo una parabola artistica che si snoda tra salti e continuità, fasi di crisi e progresso, alla ricerca delle forme di una bellezza non salvifica.

900 Italiano ricostruisce un secolo con una selezione di capolavori, per fornire al visitatore degli spunti di riflessione per la sua comprensione, grazie a opere straordinarie che documentano il valore delle vicende creative italiane.

Il percorso della mostra parte dal futurismo, unito al divisionismo di Giacomo Balla e dei suoi allievi, così Forme uniche della continuità nello spazio incede nel mondo di Umberto Boccioni, in accelerazione verso la deflagrazione della linea chiusa, nella stessa corsa verso il baratro dei totalitarismi.

Nella prima guerra mondiale muoiono i sogni delle avanguardie e l’arte italiana rientra all’ordine negli anni Venti con il metafisico Giorgio De Chirico, che rievoca le suggestioni della classicità in un tempo sospeso, mentre Alberto Savinio esorcizza la tragedia in visioni del surrealismo e nei paesaggi di Filippo De Pisis ci sono bagliori impressionisti.

La rassegna racconta anche il Realismo magico di Giorgio Morandi e Carlo Carrà, per il silenzio sui segni nascosti dell’ordinario, insieme al simbolo di Felice Casorati, con un mito che rievoca il Quattrocento italiano.

Dopo il realismo di Renato Guttuso si arriva alla non figuratività del secondo Dopoguerra, introdotta dall’onirismo di Osvaldo Licini, per Giuseppe Capogrossi diventa l’esperto della celebrazione del segno e nei sacchi di Alberto Burri c’è la miseria umana, mentre Lucio Fontana indaga oltre la rassicurante bidimensionalità della tela.

Emilio Isgrò esalta la forza della parola, quando è costretta al silenzio, ma non mancano il gruppo Forma e la Pop Art italiana, le sperimentazioni dell’Arte Concettuale e l’Arte Povera, fino alle provocazioni del padovano Gruppo Enne, poi la Transavanguardia vede l’artista che torna a parlare in prima persona così, superato il contrasto tra astratto e figurativo, il cerchio si chiude.

Orari
Da martedì a domenica 10-19.

Chiuso lunedì non festivi e 1 maggio

Biglietti

intero: euro 10,00

ridotto: euro 8,00 (under 26, over 65, convenzioni Musei Civici, Padova Card, possessori di biglietto Cappella degli Scrovegni, dipendenti del Comune di Padova, docenti di ogni ordine e grado)

gruppi adulti: euro 7,00 (per gruppi prenotati composti da più di 10 persone paganti, fino a un max di 25. 1 accompagnatore gratuito ogni gruppo)

ridotto bambini: euro 5,00 (dai 6 ai 14 anni)

gruppi scuole: euro 5,00 (riservato alle classi delle scuole primarie e secondarie)